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08/02/2022 06:00:00

Mazara, nel 2021 in crescita le attività del porto

“Nel corso del 2021 il porto di Mazara è stato toccato da 16 navi diverse”. È questo l’incipit del recente report curato da Danilo Marino, già ufficiale superiore del corpo delle Capitanerie di Porto, e da qualche mese anche esperto per lo sviluppo portuale e della fascia costiera del sindaco, Salvatore Quinci. Un inizio che mira a tracciare un bilancio del porto di Mazara del Vallo nel 2021.

NAVI ESTERE PER “UNA RIPRESA NOTEVOLE” – In gran parte i vascelli sono stati di bandiera estera. “Si tratta di una ripresa notevole per il nostro scalo – continua Marino – reduce da anni di banchine desolatamente vuote in cui difficilmente si riusciva a raggiungere un numero di toccate superiori a quello delle dita di una mano”.
Il report sintetico contiene, inoltre, alcune considerazioni sulla storia, l’evoluzione e le difficoltà del porto di Mazara del Vallo, ma “sottolinea nonostante tutto – l’esperto del sindaco – una ripresa che lascia spazio all’ottimismo in chiave futura con l'auspicio che possano realizzarsi dopo anni di attesa i necessari interventi portuali. Ma oggi il bilancio delle cosiddette ‘toccate’ è notevolmente più alto, dato che molte di queste navi si sono presentate più volte, a cominciare dal Pietro Novelli, di bandiera nazionale, il traghetto con cui è stato ripristinato il servizio di linea con Pantelleria, che, da solo, ne ha effettuate una ventina. Un servizio – aggiunge Marino – la cui riconquista segna, da sola, un successo memorabile; ma in questi mesi si è visto molto di più, al di là del netto incremento del traffico, già di per sé molto confortante”.

IN MAGGIORANZA DALL’OLANDA – “La maggior parte delle navi – scrive l’ex ufficiale superiore del corpo delle Capitanerie di Porto – ben 5, entrate quest’anno a Mazara, batteva bandiera olandese. Dovendo operare, prevalentemente, in bassi fondali, il naviglio dei Paesi Bassi è caratterizzato da scafi larghi e piatti, a pescaggio ridotto; tali unità si prestano pertanto al trasporto di grossi carichi diretti a scali dal pescaggio sacrificato, come il nostro: a dimostrazione del fatto che, ove si determini una particolare domanda di ricezione, non c’è deficienza strutturale che tenga”.

PALE EOLICHE VIA MARE – E la domanda, in questo caso, evidenzia Marino: “è rappresentata, da un punto di discarica per pale eoliche il più vicino possibile ai siti di installazione: punto individuato nel porto di Mazara del Vallo, ove già un triennio vengono scaricati, stoccati e predisposti per il complesso trasporto sul segmento terrestre, elementi di colossali pale eoliche da assemblare, cui seguiranno, in futuro, i necessari ricambi; navi olandesi, quindi, supportate da altre di bandiera di Gibilterra o caraibica, sempre naviglio con caratteristiche peculiari reperito spulciando tutti i registri”.

I SUPPLY-VESSEL – Hanno fatto la loro apparizione al porto di Mazara anche ‘Le navi da supporto’, che, come il nome suggerisce, sono unità di aiuto per le attività svolte in mare aperto. Possono essere impiegate “a servizio di impianti foranei o linee sottomarine – spiega Marino – come le 5 condotte del metanodotto Italia – Algeria, attestate a Capo Feto, od il fascio di fibre ottiche e cavi telefonici in uscita dal litorale mazarese verso 4 continenti: un nodo d’importanza planetaria comportante necessità di manutenzione continua. È per questo che, ad esempio, il S/V Artabro, di bandiera delle Bahamas, si è già presentato più volte, e tornerà: Mazara, oltre che terminale terrestre delle linee marittime, è chiamata ad essere base marittima del naviglio di supporto, ed anche ai profani è dato di intuire l’entità dell’indotto che può derivarne”.

NESSUNA NAVE DA CROCIERA MA C’È UN RECORD – “Quest’anno non si sono viste navi da crociera – si legge nel report – diversamente che nel recente passato; ma qui può entrarci la pandemia. Ultimo, ma non meno importante, il naviglio nazionale. Doverosa menzione merita il traghetto Lampedusa, che effettuò la prova d’attracco a marzo, non fosse altro perché rimane, a tutt’oggi, la nave più grande mai entrata a Mazara, con le sue 9183 Tonnellate Stazza Lorda ed i 126 metri di lunghezza fuori tutto, con cui ha soppiantato, dopo 30 anni, la russa Stakanovec Kotov, che ci visitò nel 1991 per scaricare mezzi di perforazione per il raddoppio del metanodotto”.

“UN FUTURO ROSEO CON DEFICIENZE STRUTTURALI” – “Navi sempre più grandi prosegue Marino – attracchi sempre più frequenti, che, se da un lato, annunciano un futuro roseo per il porto di Mazara, dall’altro ne denunciano la deficienza strutturale, che compromette i volumi di traffico potenziali, dato che già quelli attuali sovrastano i limiti di operatività, rappresentati dalla disponibilità di sole due banchine per il naviglio maggiore a fronte di sempre più frequente richiesta di attracchi contemporanei. Perché i porti servono – conclude Danilo Marino, esperto del sindaco per lo sviluppo portuale e della fascia costiera – e vanno adattati, e se del caso potenziati”.

Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP