Ignazio Chianetta, coordinatore cittadino del Movimento VIA, si aspettava la mossa del sindaco Grillo con l’azzeramento della giunta e poi il ripescaggio di due dei vostri?
Di rimpasto si parlava già da qualche mese e abbiamo sempre avviato e scelto la linea del dialogo mai quella delle scelte in solitaria. Non ci aspettavamo che i due assessori, Arturo Galfano e Giuseppe D’Alessandro, che non sono di nostra indicazione, accettassero senza discuterne con il gruppo.
Arturo Galfano ha detto che non esiste il Movimento VIA in consiglio, può bastare questo?
A me spiace che persone come Galfano, che ho sempre ritenuto valida, sia incorso in questo grande scivolone. Tutte e tre le liste sono federate da sempre con il Movimento VIA, dico che non è un problema di sigle ma di correttezza. E non aggiungerei altro perché i comportamenti valgono più di qualunque altra cosa.
Avete riparlato con il sindaco dopo quello che è accaduto?
Il dialogo non si nega, siamo sempre disponibili al confronto nel rispetto però delle posizioni politiche e anche dei ruoli oltre che della dignità delle persone. Così come ricordiamo che il sindaco è stato eletto soprattutto grazie ai voti delle nostre tre liste, senza i quasi nove mila voti credo che non sarebbe arrivato a fare il Primo Cittadino.
Galfano e D’Alessandro hanno dimostrato debolezza durante il consiglio comunale, è questa la politica a cui ambite?
Abbiamo con una nota stampa dichiarato che i due esponenti non sono riconducibili in alcun modo al Movimento VIA e ai gruppi consiliari, che ne hanno preso la distanza. Noi non abbiamo in giunta alcun esponente, è il sindaco a dover dire adesso in che quota sono gli assessori.
Soffia un vento di opposizione anche nelle vostre fila?
La politica è una cosa seria, le poltrone non ci interessano e lo abbiamo dimostrato tante volte. La divisione in buoni e cattivi la facciamo fare a chi è avvezzo a questo, ci limitiamo a dire che abbiamo dimostrato alla città che teniamo al territorio e per questo ringrazio Michele Gandolfo, che si è speso per la città, ha manifestato costantemente il suo pensiero, la sua visione, senza mai barattare il senso di responsabilità con quello della poltrona.