Il tribunale di Trapani fa i conti in tasca all'ex vescovo Francesco Miccichè. Nell'udienza di oggi nel processo nel quale l'ex capo della chiesa trapanese è accusato di aver utilizzato per fini personali le somme ricavate dall' otto per mille, soldi della Curia, è emerso che tra il 1998 e il 2014, Miccichè avrebbe speso più di 700 mila euro per il recupero e la manutenzione dei propri immobili tra i quali una villa a Monreale e un appartamento a Palermo.
I dati finanziari sono emersi dalla testimonianza del consulente della Procura, Attilio Masnata che ha risposto alle domande del pm Sara Morri e del difensore dell’imputato, avvocato Caputo. Miccichè deve rispondere di peculato.
Buona parte dei soldi sono stati spesi per la villa di Monreale. Il consulente della Procura ha precisato che non ha rinvenuto una sola fattura della esecuzione delle opere.
Tra i fatti emersi oggi anche la presenza di grosse pietre ornamentali sia nella villa di Monreale sia all’interno di Villa Betania a Valderice. La Procura ha sentito un trasportatore, Salvatore Nola, che ha detto di avere trasportato questi massi, oltre che a Villa Betania anche a Monreale, dove era in costruzione un edificio, da parte della Curia, di quel centro.