Nell'ultima udienza del processo a carico dell'ex vescovo di Trapani accusato di peculato, il tribunale ha fatto i conti in tasca a Francesco Miccichè. L'udienza, infatti, é stata incentrata sulle spese sostenute dall'ex vescovo per il recupero e la ristrutturazione di alcuni immobili tra i qualli una villa a Monreale e un appartamento a Palermo. Importo, 700 mila euro secondo quanto riferito in aula dal consulente della Procura.
L'avvocato Caputo, che assiste l' ex capo della chiesa trapanese fa, però, delle puntualizzazioni. "Non è possibile stabilire a quanto ammontano precisamente i costi delle ristrutturazioni – ha detto il legale – visto che alcuni interventi sono documentabili dalle fatture e altri invece no, dato che alcuni di questi lavori sono stati effettuati in economia. I soldi utilizzati per queste opere - precisa ancora il legale - sono in realtà il ricavato di una serie di vendite di immobili ricevuti in eredità dalla famiglia dell’ex vescovo. Un flusso di denaro, quello derivante da queste vendite che secondo la consulenza depositata dall’ingegnere Masnata ammonta a circa 650mila euro”.
“Per il resto, vero è che il trasportatore Nola ha trasportato delle pietre a Monreale - aggiunge ancora l’avvocato Caputo - ma si trattava di viaggi verso un cantiere aperto in via Lenzitti, dove un’ex pizzeria acquistata dalla Curia veniva trasformata in seminario. Niente a che fare dunque con le proprietà di Miccichè”.
Infine, il legale si è concentrato sulle dichiarazioni rese in aula dall’imprenditore Vincenzo Maniscalchi, ex presidente della cooperativa edilizia Ceal di Alcamo, specializzata in lavori di recupero e manutenzione di chiese e comunque edifici ecclesiali. “In merito a lavori in edifici privati di Miccichè - conclude Caputo - Maniscalchi ha risposto alla domanda specifica del PM negando di averne mai eseguito o fatti eseguire da alcuno dei suoi operai”. Nel corso dell’udienza è anche emersa la vicenda delle pietre ornamentali presenti a Monreale e Villa Betania di cui sono state mostrate delle foto. A tal proposito Maniscalchi ha dichiarato che non è possibile affermare con estrema sicurezza che si tratti delle medesime pietre".