Le nuove indagini sull’attento di via Palestro a Milano avvenuto la notte tra il 27 e 28 luglio 1993, partono da Alcamo, arrivano fino a Bergamo, e hanno anche un nome e cognome, Rosa Belotti, la donna di 57 anni, indagata perché sospettata di essere stata alla guida della Fiat Uno carica di tritolo che è stata fatta esplodere nel capoluogo lombardo.
Un software ad intelligenza artificiale avrebbe consentito di individuare la donna che, il 27 luglio del '93, parcheggiò l'autobomba esplosa in via Palestro a Milano, vicino al Padiglione d'arte contemporanea, che causò la morte di cinque persone, i tre vigili del fuoco, Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l'agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, immigrato marocchino che dormiva su una panchina.
Testimoni e servizi segreti parlarono di una donna
Della donna oggi indagata ne avevano parlato i funzionari dei servizi segreti ma anche alcuni testimoni, solo che non c’è stata mai occasione di identificarla. Per le bombe di Milano, Firenze e Roma sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato, gli uomini di Cosa nostra. Ma per gli inquirenti oltre a Cosimo Lo Nigro, Gaspare Spatuzza e Vittorio Tutino, sono coinvolte nella strage altre persone, come la donna che non è mai stata identificata e che si pensa possa essere la persona che parcheggiò l'auto in via Palestro, prima dell’esplosione. I carabinieri del Ros, coordinati dai procuratori aggiunti di Firenze Luca Tescaroli e Luca Turco, sospettano che si trattasse di Rosa Belotti.
Chi è Rosa Belotti La donna è la moglie di Rocco Di Lorenzo, 65 anni, pregiudicato e condannato per una serie di estorsioni a 11 anni di carcere (confermati in appello) e ora in carcere. I due sono una coppia dal 1991, vennero arrestati nel 1992 con altre otto persone per traffico di cocaina. Rosa Belotti venne scarcerata all'inizio del 1993. Poi aprì un negozio di frutta e verdura e uno di abbigliamento, entrambi chiusi. La donna è accusata di strage aggravata dalla finalità di terrorismo e dal favoreggiamento a Cosa nostra ed è stata perquisita mercoledì.
L'indagine e la scoperta fatta tanti anni fa in una villa di Alcamo
Una foto della Belotti era stata trovata dagli inquirenti 28 anni fa, durante una perquisizione in un villino ad Alcamo, un covo dove venivano nascoste armi. La foto era in mezzo a un'enciclopedia. Tornata tra le mani degli inquirenti, attraverso l'applicativo C-Robot, utilizzato per la comparazione di foto segnaletiche e persone scomparse, è stato stabilito che l'immagine conservata in mezzo al libro è proprio quella della cinquantasettenne. Non solo, uno dei testimoni dell'epoca, che aveva riferito di avere visto «una donna di circa 30 anni, di bell'aspetto, slanciata e alta portare la vettura in via Palestro» e consentito di tracciare l'identikit, ha riconosciuto nella foto di Rosa Belotti tratti di similitudine con quelli della donna vista nel '93. Gli inquirenti avrebbero altri elementi oltre a quelle foto. La data dell’interrogatorio della donna è fissata al 10 marzo.