A Cinisi a causa di un errore burocratico nel decreto di confisca, incredibilmente, il casolare dei Badalamenti rischia di tornare nelle mani del figlio di Don Tano, Leonardo. L’immobile oggi ospita “Casa Felicia” in onore della mamma di Peppino Impastato. Il casolare dal 2010 è stato assegnato al Comune di Cinisi, e da allora è diventato un centro culturale gestito dal fratello da Giovanni Impastato e dai suoi familiari.
Giovanni Impastato - “Formalmente è stato assegnato lo scorso anno – dice Giovanni Impastato al Fatto Quotidiano – ma da anni vi organizziamo seminari tematici antimafia, laboratori teatrali, progetti di agricoltura biologica. Teniamo viva la memoria di mia madre e di mio fratello. Questo è un polo di aggregazione culturale importante per i giovani”. Gli ufficiali giudiziari hanno notificato l’atto e hanno dato due mesi di tempo, torneranno il 29 aprile. Giovanni Impastato spera che tutto si possa risolvere al più presto, “Se così non fosse sarebbe una sconfitta per le istituzioni e per l’antimafia – afferma Impastato”.
La possibile soluzione - Gli avvocati di impastato e del Comune di Cinisi hanno individuato una legge sul codice dei beni culturali che permettere di non restituire il bene, ripagando però l’antico proprietario del valore catastale dell’epoca e risarcendolo del mancato possesso. E sulla vicenda parla anche il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzo: “Siamo convinti della bontà del nostro ragionamento che proponiamo ai legali di Badalamenti”. Il primo cittadino ha firmato una delibera che impegna il Comune a provvedere alle spese per mantenere il bene, se fosse necessario. Badalamenti junior potrebbe, infatti, non rientrare in possesso del bene, venendo risarcito. Ma si dovrà stabilire chi deve risarcirlo. Il Comune di Cinisi si è detto disponibile, ma “a pagare dovrebbe essere chi ha commesso l’errore”, indica Impastato. Ovvero l’Agenzia per i beni confiscati o addirittura i tecnici responsabili dell’errore catastale. “È chiaro che non ci riteniamo responsabili del danno economico – chiarisce il primo cittadino – e ciò nonostante siamo gli unici a dire che in ogni caso ci faremo totale carico della questione. Di certo era doveroso che l’Agenzia si ponesse questo problema, c’è invece stata una grave noncuranza che ci ha portato all’esito di oggi”. Ma Giovanni Impastato, dice anche che se non si trova una soluzione e si deve fare fronte all’errore, si dovrà pagare Badalamenti, per il valore dell’immobile quando era un rudere.
La versione dei Badalamenti – Per l’avvocato Christian Alessi, legale di Badalamenti, il procedimento di revoca della confisca e antecedente all’assegnazione dell’immobile dal Comune all’associazione, avvenuta il 28 gennaio 2021. Il legale dice che dopo la sentenza della Corte nel luglio 2020 ha iniziato il procedimento di rilascio perché la Corte aveva ordinato la restituzione dell’immobile agli aventi diritto. Da lì cvi furono diverse denunce reciproche tra il sindaco Palazzolo e Leonardo Badalamenti che aveva cerca di riprendersi l’immobile e c’era riuscito per qualche minuto ma fu cacciato dallo stesso sindaco. Il legale di Badalamenti sottolinea che “il rinvio della restituzione è stata effettuato solo per consentire lo sgombero dell’immobile e per recintare i confini e non per irregolarità o fatti illeciti che non sussistono”.
Interrogazione parlamentare - Tra le diverse reazione della politica c’è quella del deputato questore del M5S Francesco D’Uva che ha annunciato una interrogazione parlamentare alla Camera dei Deputati, affinché si faccia chiarezza su quanto sta accadendo a Cinisi. “Se l’immobile torna nelle mani dei Badalamenti sarebbe uno schiaffo sia per i familiari di Impastato e per i suoi compagni, sia per tante persone e numerose associazioni che, attraverso un lavoro costante, promuovono la cultura della legalità, soprattutto tra i più giovani.