L’amministratore giudiziario dice no alla demolizione delle due verande abusive della casa di Triscina di Giovanni Filardo, cugino di Matteo Messina Denaro, già condannato per mafia.
L’immobile, intestato alle figlie, ha ricevuto il rifiuto all’autorizzazione della demolizione parziale già nel 2020. Le carte sarebbero state mandate all’ufficio legale del comune, in modo da riformulare la richiesta all’amministratore giudiziario.
Intanto, nella borgata le demolizioni, dopo il fermo a causa dell’emergenza Covid, sono riprese da un po’.
La situazione, aggiornata ufficialmente alla metà di febbraio, vede un totale di 62 case demolite sulle 85 previste dal contratto con la Cogemat Srl di Trapani.
Sono immobili abusivi insanabili, realizzati dopo il 1976 nella fascia dei 150 metri dalla battigia.
Delle 23 case da demolire, poco meno della metà sono oggetto di verifiche e ricorsi.
Due sono in attesa di verificare se fossero realmente presenti da prima del ’76. Per un’altra è stato richiesto il riesame della distanza dalla battigia. Tre sono in attesa dell’esito di ricorso al Tar o al Cga. Poi abbiamo un’immobile non ancora demolito a causa di problemi tecnici operativi, uno per problemi giudiziari (quello, come si diceva, dei Filardo) ed un altro per diritto di abitazione.
L’ufficio tecnico del comune, come previsto, starebbe identificando un altro gruppo di immobili da demolire in una seconda fase. Solo dopo sarà possibile chiedere il relativo finanziamento per proseguire negli abbattimenti, in modo da garantire la necessaria continuità all’iter avviato dalla commissione straordinaria, in base alla legge regionale.
Egidio Morici