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08/03/2022 06:00:00

Pace è parola femmina. Ode alle donne, per la vita che torna sempre 

Sapendo che sono allergico alle ricorrenze, in redazione pare che l'hanno fatto apposta quando mi hanno detto: ci vuole un editoriale per l'8 Marzo, la Festa della donna. E che devo scrivere io per l'8 Marzo? Cosa posso aggiungere ai commenti ed alle analisi di chi ne sa più di me, all'apparato retorico di tutti i discorsi sull'ugualianza di genere, che ascoltiamo attenti l'8 e dimentichiamo il 9? 

Poi ho capito che in realtà c'era, dietro questa richiesta di un bell'editoriale per l'8 Marzo, quasi un grido, un grido disperato. La voglia di normalità. Torniamo ad occuparci dell'8 Marzo, come facevamo prima, prima del Covid, e come avremmo voluto fare adesso se non fosse per questa terribile guerra in Ucraina che sembra averci preso in pieno petto, proprio ora che tornavamo a respirare, proprio ora che avremmo potuto ricominciare a fare i cari vecchi discorsi oggi sui diritti della donna, domani sul trentennale delle stragi, e poi di seguito, come calendario comanda.

Si, vorrei scrivere come se non ci fosse tutto questo intorno, ma non ci riesco. Il Covid ci ha insegnato che ogni problema si affronta tutti insieme, la guerra è proprio l'antitesi del "tutto insieme". Ecco perchè ci fa male, quanto succede in Ucraina, perchè ci porta indietro di cento anni. 

E allora, dato che oggi è l'8 Marzo, e io dovrei scrivere qualcosa sulle donne - il tetto di cristallo, il problema della rappresentanza in politica, e le donne manager, e i luoghi comuni, e le mamme, e i giochi di parole su l'otto e lotto ... -  io dico solo che pace è una parola femmina. E mi sembra che ho detto tutto.

E donna è anche la giovane direttrice del giornale di Kiev, The Kyiv Independent. Si chiama Olga Rudenko, ha 32 anni. Sta informando con coraggio in questi giorni l'Europa intera su ciò che avviene in Ucraina. A lei in particolare va il nostro pensiero, e per il suo giornale lanciamo con Anso, l'Associazione Nazionale della Stampa Online, una raccolta fondi (qui maggiori informazioni). A parti invertite, lei farebbe lo stesso per noi. 

 Il mio pensiero oggi va a lei, ed a tutte le donne ucraine, che ci dimostrano, con la loro resistenza, che non deve prevalere la logica della violenza e della morte. Ecco perchè abbiamo più che mai bisogno di festeggiare oggi l'8 Marzo. Perchè la festa della donna è la festa della vita, della sua forza. Che è la forza delle maestre ucraine che spiegano ai bambini cosa accade intorno a loro, delle mamme che allattano i bambini nei bunker, delle ragazzine che suonano e cantano tra le bombe, delle donne che difendono la loro terra, e che sanno, perchè lo sanno, che anche nei momenti più duri, la vita ritorna sempre, perchè questo ci insegnano le donne: la vita torna sempre.

Giacomo Di Girolamo