Il Trapani Calcio è stato ad un passo dall'essere acquistato da un oligarca russo ai tempi dell'amministrazione dell'ex sindaco Mimmo Fazio. Lo ha detto il teste Fabio Capello, nel corso dell'udienza del processo che vede imputato per corruzione, traffico di influenze e rivelazione di segreti d’ufficio, proprio l'ex primo cittadino, nella vicenda "Mare Monstrum" che ruotava attorno alla compagnia di navigazione Liberty Lines di Vittorio ed Ettore Morace.
L'ex allenatore e commissario tecnico della Nazionale italiana è amico di Mimmo Fazio e per questo loro rapporto di amicizia era stato a Trapani per occuparsi della squadra di calcio, di aver avuto contatti con l'ex presidente Vittorio Morace, tramite l'intermediazione di Fazio e non direttamente e di aver incontrato l'ex direttore generale Daniele Faggiano. Il Trapani, ha detto Capello in aula, è stato vicino per passare di mano ad un imprenditore russo. Capello ha anche parlato di incontri in Spagna con Morace e Fazio e della grande amicizia tra l'ex sindaco e Vittorio Morace.
Tra gli altri testi in aula Poco l'ex consigliere parlamentare Giovanni Lupo, e Giuseppe Russo ex dirigente della Polizia di Frontiera e Portuale, Giuseppe Russo, e ex comandante dei Vigili Urbani quando Fazio era sindaco. “Se Fazio fosse stato un delinquente non l’avrei nemmeno guardato", ha detto Russo che è stato componente della squadra mobile di Palermo.
Russo ha parlato di Fazio dicendo che era rispettoso della legalità e ha raccontato l'episodio dell'arresto dell'ingegnere capo Filippo Messina. Fazio era furibondo per quel fermo del suo tecnico che si occupava degli appalti della Coppa America a Trapani.
Ma Messina ammise tutto dopo l'arresto e disse che si trovava al Viminale 24 ore prima dell'arresto, negli uffici dell'allora sottosegretario all'interno D'ALì, per parlare degli appalti per la coppa america, che furono poi affidati alla gestione del prefetto Finazzo e alla Protezione Civile di Guido Bertolaso.
Russo, infine, ha anche parlato della vicenda che riguarda il posto di lavoro delle sue figlie, presso la compagnia di navigazione dei Morace, dicendo che è stato lui a chiederlo direttamente e che Fazio non c'entrava nulla.