Si è tenuta davanti al giudice Riccardo Alcamo la prima udienza preliminare del procedimento a carico del 52enne marsalese Giuseppe Montalto, che il 4agosto 2021 ha tentato di incendiare l’altare e il tabernacolo della chiesa del Santuario Nostra Signora di Fatima di contrada Birgi Nivaloro. Portando, inoltre, dentro l’edificio sacro anche due bombole di gpl che sarebbero potute esplodere con conseguenze devastanti.
Montalto era tornato in libertà, seppur con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ai primi di dicembre. Era stato posto ai domiciliari dopo due giorni di carcere.
Il reato contestato è tentato incendio. Con l’aggravante della “recidiva”. A difendere Montalto sono gli avvocati Vito Cimiotta e Massimo Maggio, che alla prima udienza preliminare hanno chiesto, per il loro cliente, il processo con rito abbreviato. Poi, il rinvio al 6 aprile, quando potrebbe essere emessa la sentenza.
In aula, per il Santuario non c’era alcun legale, ma non è escluso che la richiesta di costituzione di parte civile non possa avvenire alla prossima udienza. I motivi del gesto pare siano da ricondurre a gelosia. Poco dopo i fatti, al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino”, dove Montalto si era recato perché rimasto ustionato alle gambe, l’uomo (che insieme alla moglie frequentava il Santuario di Birgi) ai poliziotti rilasciava dichiarazioni spontanee, confermando di “essere – spiegarono gli inquirenti - l’autore dell’incendio e che l’insano gesto era stato frutto di un raptus dovuto a motivi personali”.