Ieri mattina, nel Parco della Memoria di Pizzolungo Piana di Anchise, dove avvenne la tragica strage mafiosa 37 anni fa, si è tenuta la cerimonia solenne di commemorazione delle vittime, Barbara Rizzo, giovane madre, ed i suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, la cui auto fu travolta da un'esplosione che aveva come obiettivo il magistrato della Procura di Trapani, Carlo Palermo. Il Comune di Erice ha deposto una corona di fiori sul monumento in ricordo delle vittime, poi è stato dato il via alla cerimonia solenne.
L' intervento di Carlo Palermo, stamattina, partendo dal ricordo del 2 aprile del 1985, è stato incentrato sulla speranza, sull'esigenza della pace, della libertà e della solidarietà tra i popoli. Molto forti anche le parole di Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo, sorella di Salvatore e Giuseppe, che ha invitato tutti a divenire sempre più cittadini pensanti, a trasformare il dolore causato dai lutti in impegno civile, in voglia di riscatto. Salvatore Inguì, coordinatore provinciale di Libera, ha sottolineato l'importanza di rifiutare non soltanto la mafia in quanto tale ma anche la mafiosità, cioè quella sorta di appoggio alla criminalità organizzata. Particolarmente significative anche le parole di Andrea Genna, presidente del Tribunale di Trapani, che si è soffermato sulla necessità di isolare sempre più la mafia, un aspetto che richiede la collaborazione di tutti, non soltanto l'impegno delle Istituzioni. Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ha poi spiegato la necessità della valorizzazione della memoria e del ricordo.
Erano presenti alla cerimonia anche il Procuratore Gabriele Paci, i rappresentanti delle Autorità civili e militari del territorio e numerosi cittadini, tra cui molti giovani.