Nella villetta di piazza delle Stigmate, a Palermo, è stato presentato il progetto in miniatura del "muro della legalità". Ad occuparsene le associazioni culturali "CalaPanama" e "Alab", con i rispettivi presidenti : Antonio Gambino e Pietro Muratore e con la collaborazione di Antonio Nicolao, vice presidente della prima circoscrizione. Alla presentazione hanno partecipato, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni, il Vice sindaco Fabio Giambrone, l’arma dei carabinieri e il comando dei vigili del fuoco.
Il murale verrà realizzato nel muro di piazza degli Aragonesi, di fronte la caserma "Giacinto Carini", a cominciare dai prossimi giorni per poi concluderlo, si spera, il 23 maggio, giorno della strage di Capaci in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, uccisi brutalmente dalla mafia.
Il progetto del murale autorizzato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali, sarà largo 65 mt. e alto 2,35 mt. e raffigurerà, in forma pittorica con base astratta, i volti dei personaggi che hanno sacrificato la propria vita per difendere ideali come la legalità e la giustizia.
Saranno pitturati i volti di: Carlo Alberto dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro, Giuseppe Russo, Mario D’Aleo, Boris Giuliano, Giuseppe Bommarito, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Pietro Morici, Rocco Chinnici, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Giuseppe Russo, Filippo Costa, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosima, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli.
Il murale comprenderà anche i volti di due scrittori di un certo spessore culturale: Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.
La ditta "Giuseppe Di Maria S.p.A." metterà a disposizione i colori, mentre la ditta" Edil di Falcone Gioacchino" si è resa disponibile a preparare il muro secondo le indicazioni degli artisti che, intanto, sono alla ricerca di altri fornitori di materiali come: pennelli, teloni, cavalletti, scale… e tutto ciò che occorre per iniziare i lavori.
L’arte ci salverà …
"Siamo all’interno del Capo, un quartiere difficile, come tanti a Palermo, in cui l’arte può mettersi a servizio della legalità perché è capace di lasciare un segno nella mente e nel cuore di tutti, soprattutto dei più giovani. L’immagine visiva ha sempre un grande impatto sui ragazzi e può diventare un messaggio forte e incisivo. Io, che svolgo il ruolo di insegnante, so bene che i giovani non hanno un’idea chiara di cosa significa essere uccisi brutalmente dalla mafia. Partecipando ai giorni delle varie commemorazioni, parlandone a scuola, i ragazzi possono acquisire una visione astratta attraverso l’elenco dei nomi di coloro che sono caduti per mano mafiosa mentre l’immagine visiva dei volti ha, invece, una incidenza maggiore e può portarli a riflettere in maniera più concreta. L’Arte, inoltre, con la forza e l’impatto dell’ immagine può diventare veicolo di bellezza e di legalità, specialmente nei quartieri periferici dove le nuove generazioni sono rimaste confinate e chiuse dal resto della città e del mondo. Dobbiamo essere portatori di bellezza ed educare i giovani alla bellezza, contro il degrado della ingiustizia e della illegalità. Il progetto del ˈ murale della legalitàˈ ha proprio questo scopo e per questo l’arte ha il potere di salvarci" – ci spiega Cristina Patti presente all’inaugurazione del progetto, insegnante e nipote dell’agente di polizia Agostino Catalano, una delle vittime di mafia raffigurate nel murale .
"Mio zio Agostino Catalano è diventato uno dei personaggi simbolo di legalità non solo per il servizio che svolgeva ma perché sentiva fortemente il senso di giustizia come un dovere morale, come un valore legato prima di tutto alla sua persona".
CalaPanama unˈ associazione itinerante
"La nostra associazione che ha realizzato il progetto delˈ muro della legalitàˈ si muove in maniera itinerante e ha dato vita anche ad altri progetti a scopo benefico" - ci spiega il presidente di CalaPanama, Nino Gambino, un’artista in giro per tutta Italia, uno dei quindici maestri intarsiatori italiani.
CalaPanama è nata da poco e prende il nome dalla " Cala", luogo in cui noi artisti ci riuniamo tutti i sabati mattina a dipingere, mentre" Panama" è il nome del tipico cappello. Siamo un gruppo di amici pittori a cui si sono associati anche poeti e musicisti. Il nostro scopo è quello di espandere, fare conoscere l’arte e la bellezza e perché no… regalare anche un solo minuto, un momento un po' più spensierato, un sorriso ai cittadini ".
Perché realizzare un muro della legalità?
"Nel caso specifico abbiamo voluto realizzare un progetto con lo scopo di dare spazio a coloro che sono morti per mano mafiosa in nome della legalità, inserendo alle estremità del murale anche le figure di due scrittori di grande fama: Sciascia e Camilleri. Anche loro, attraverso la scrittura, hanno dato un notevole contributo alla lotta contro la mafia combattendola e mettendola in ridicolo. Nel murale oltre ai personaggi, quasi tutti in abiti civili, sono stati dipinti anche dei fogliettini svolazzanti che escono dalla macchina da scrivere formando onde sinuose e contenenti frasi e citazioni che riguardano la mafia. La Soprintendenza e il Comune hanno già approvato il progetto che il sottoscritto insieme al direttore artistico Totò Calò e al grafico pubblicitario Nino Sancarlo abbiamo realizzato, tenendo conto delle modifiche apportate dalla stessa Soprintendenza" - continua a spiegarci Gambino.
"Non è la prima volta che ci occupiamo di mafia, – ci tiene a precisare il presidente – in passato abbiamo realizzato altri murales e utilizzato perfino delle cravatte su cui abbiamo dipinto i volti delle vittime, realizzando una mostra itinerante. Mi auguro che, un giorno, potremo dar vita anche a dei murales con temi più leggeri e meno tristi Nel frattempo è nostro dovere portare alla luce argomenti come quello delle stragi mafiose, per aiutare i cittadini a capire e riflettere".
Dorotea Rizzo