Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
10/04/2022 06:00:00

Dopo 61 anni chiude a Palermo la storica rosticceria dei fratelli Di Giovanni

 Dopo 61 anni, a pochi giorni dalla chiusura del bar "baby luna", chiude le saracinesche anche la famosa pizzeria - rosticceria dei fratelli "Di Giovanni", a Palermo.


Il caro bollette, la pandemia, il passaggio del tram, hanno influito sulla sofferta decisione della chiusura.
Domenica è stato l'ultimo giorno di attività per il locale di Via Leonardo da Vinci, il primo a Palermo, in cui è rimasto il titolare, Totò Di Giovanni , uno dei nove figli di papà Bartolo, autista della Saia, ora Amat, che ha dato inizio all’attività con cui ha sfamato intere generazioni di palermitani.
"Le serate passavano fra il bar Oasi, il bar Sole, adiacente la pizzeria attrezzato di juke box e la pizzeria. Chiudendo Totò Di Giovanni chiude una delle ultime insegne storiche di quel quartiere"- scrive sul suo profilo facebook Pino Apprendi, ricordando le origini del locale.
Non esiste palermitano che almeno una volta nella vita, non abbia avuto modo di assaggiare il gustosissimo crostino, specialità del locale che è stato punto di riferimento anche per altre prelibatezze: le pizze, la caponata, la pasta con le sarde, i panini con la milza, pane e panelle, verdure in pastella, sfincione, polpette di sarde.
Tutto lo street food palermitano concentrato nel locale di Totò Di Giovanni.

"Mio padre Bartolo ha iniziato dal nulla la sua attività, poi il locale si è riempito di gente che apprezzava la nostra cucina. Nella pausa pranzo venivano anche gli operai che hanno lavorato per costruire i palazzi che oggi circondano la pizzeria - ci racconta Totò Di Giovanni, il titolare.
Sono profondamente rammaricato perché costretto a chiudere un’attività che io e i miei figli consideriamo come parte integrante della nostra famiglia. D’altronde ai problemi economici, derivati dalle conseguenze della pandemia e dal passaggio del tram che ha scoraggiato l’arrivo dei clienti, ora si sono aggiunti anche gli acciacchi dovuti all’età . Tutto questo mi ha portato a decidere di chiudere definitivamente, seguendo il consiglio dei miei stessi figli. Non è facile andare avanti in queste condizioni, neanche per gli altri commercianti del quartiere".
Per far fronte ai problemi abbiamo ricevuto i ristori, come previsto dal nostro Governo, che ammontano alla cifra di sette mila euro e nell’arco di due anni, ma non ci sono bastati – continua a raccontarci il titolare - dal Comune, invece, neanche un soldo".

Il fatto è che continuano inesorabilmente a chiudere i battenti, uno dopo l’altro, tutti i locali che hanno fatto la storia di Palermo senza che nessuno alzi un dito per evitare che soccombano in maniera definitiva. E tutto questo accade davanti agli occhi dei palermitani che spesso, nostalgicamente, sono costretti a guardare i locali storici fantasma della loro città , abbandonati e tristi, luoghi in cui probabilmente hanno trascorso i momenti più belli e spensierati della loro vita.

Dorotea Rizzo