Altre due imprese compro oro, 10 rapporti finanziari, denaro, beni mobili iscritti in pubblici registri, immobili, beni mobili e aziende, per oltre 15 milioni di euro sono state sottoposte sotto sequestro dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta del presunto riciclaggio di metalli preziosi di provenienza furtiva e gestito dal mandamento mafioso di Porta Nuova a Palermo. Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda 17 soggetti gravemente indiziati del reato di riciclaggio aggravato.
L’attività investigativa della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo è una prosecuzione della recente inchiesta sulle infiltrazioni di cosa nostra nel settore del commercio di metalli preziosi che ha portato all'arresto di cinque persone e al sequestro di altre aziende "compro oro" e avrebbe fatto emergere un ulteriore meccanismo di riciclaggio, adottato nel corso dell’ultimo anno, ancora più insidioso di quello precedentemente utilizzato, posto in essere al fine di ridurre la possibilità di ricondurre gli illeciti commessi a coloro che ne sarebbero gli effettivi responsabili.
Il sistema di riciclaggio si sarebbe realizzato attraverso due nuove imprese “compro oro”, quelle poste oggi sotto sequestro - che si sarebbero interposte per non far più comparire nelle operazioni di compravendita dell’oro la società al centro dell’inchiesta, che avrebbe però continuato ad agire da collettore di grandi quantità di oro di provenienza delittuosa.
Sono 11 le persone che avrebbero svolto il ruolo di “prelevatori”. Quest’ultimi si sarebbero messi a disposizione del titolare di una delle due imprese sequestrate aprendo rapporti di conto poi utilizzati per ricevere il denaro provento delle presunte illecite operazioni di cessione di oro. Gli originari flussi finanziari sarebbe stati così ripartiti in molteplici direzioni, anche attraverso successivi trasferimenti intercorsi tra le stesse 11 persone, le quali si sarebbero poi recate presso gli uffici/sportelli postali a effettuare i prelievi del denaro ricevuto per, infine, farlo pervenire in contanti ai titolari della società al centro dell’inchiesta.
Nell'utlimo anno il giro d'affari messo su con l'oro rubato o di provenienza illecita è stato di 15 milioni di euro.