Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/04/2022 06:00:00

Elezioni a Palermo. Altro che unità, tutti contro tutti nel centrodestra

Lo spettacolo della politica di centrodestra a Palermo è indecoroso, nessuno vuole cedere affermando che sono in campo per ragioni di amore verso la città, ma quello che viene fuori è il quadro di personalismi spiccati che nulla hanno a che vedere con il comune sentire.


Palermo è la quinta città d’Italia, ogni esponente di centrodestra rivendica l’ambizione, legittima, di essere il Primo Cittadino dei palermitani, ma con quale coalizione è un terno a lotto.

Se Roberto Lagalla, candidato dell’UDC ed espressione massima del presidente della Regione, Nello Musumeci, resterà in campo se la vedrà con Francesco Cascio di Forza Italia che va in ticket con la Lega, mentre dubbi ci sono sulla scelta di Fratelli d’Italia, la cui decisione è legata alla ricandidatura di Musumeci.

 

 

Continuano gli appelli di Totò Cuffaro all’unità del centrodestra: “Solo se si è uniti si potrà superare la Sinistra con un risultato che ci consenta di vincere al primo turno, senza andare al ballottaggio. In politica è già difficile avere sentimenti, figuriamoci risentimenti”.

Problemi nel frattempo in casa Matteo Salvini, molti dirigenti lamentano il fatto che in Sicilia non si vada con il simbolo della Lega ma con quello di “Prima l’Italia”, Salvini peraltro ha dismesso i panni di mediatore della situazione palermitana lasciando che a pensarci siano i vertici regionali con il coordinatore Nino Minardo.

C’è attesa per la decisione di Giorgia Meloni, potrebbe decidere di convergere su Cascio rinsaldando l’unità di centrodestra ovvero virare su Roberto Lagalla e quindi rompere anche per le elezioni regionali con gli alleati, ovvero ancora fare una battaglia identitaria con la candidata Carolina Varchi.
Insomma, il grande caos alberga in quella coalizione, che oggi ha poche probabilità di potercela fare se andranno divisi.
L’intervento di Silvio Berlusconi è valso a poco, Lagalla non baratta la sua candidatura con nessun’altra postazione, andrà fino in fondo sostenuto dai renziani.

Ma il centrodestra ha anche schierato Totò Lentini dell’MNA, i cui vertici sono impegnati nel tentativo, finora vano, di farlo ritirare per convergere su Cascio. Operazioni che ancora oggi, 27 aprile, si raccontano, quando mancano poche settimane al 12 giugno.
Leggermente più avanti è il candidato di centrosinistra, si sta mettendo mani ad un programma con la partecipazione dei cittadini, nel frattempo è impegnato ad incontrare i circoli del Pd, gli esponenti locali dei vari movimenti e associazioni, i candidati delle liste.