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06/05/2022 07:00:00

Stragi di Capaci e Via D'Amelio, riaperta l'istruttoria per Messina Denaro

E' stato rinviato al 22 giugno il processo in Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta in cui è imputato il boss Matteo Messina Denaro, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e Via D'Amelio.

La Corte ha deciso con un'ordinanza che sarà aperta l'istruttoria dibattimentale. Alla prossima udienza sarà ascoltato il perito che dovrà riferire sulle trascrizioni di una conversazione ambientale.

Inizialmente, il processo, prevedeva una trattazione scritta, ma con la nuova ordinanza e la riapertura del dibattimento sarà trattato in aula. Matteo Messina Denaro nell'ottobre 2020 è stato condannato all'ergastolo, prima era stato condannato solo per le bombe e le stragi del 93, ma mai era stato indagato, prima delle indagini condotte dai magistrati nisseni sulle stragi di Capaci e Via D'Amelio.

Nella requisitoria del pm Gabriele Paci, viene sottolineato il protagonismo di Messina Denaro in tutto il periodo delle stragi e il boss castelvetranese è ritenuto "il collante tra diversi ambienti che si coagularono in quel periodo".

(Qui l'approfondimento proprio sulla requisitoria del Processo a Messina Denaro). "Il processo invece – afferma Paci - ci restituisce una figura diversa dell'imputato: di un carnefice sanguinario che ha ucciso persone innocenti e bambini, uno stragista. Sono due parti della stessa figura - ha continuato - nel '92 aveva appena trent'anni quando Cosa nostra sferrò il suo attacco micidiale allo Stato, come risposta alle condanne del Maxiprocesso".

"La finalità delle stragi del '92 - continua Paci nella Requisitoria - era quella di condizionare la vita politica del Paese, scegliendo i nuovi referenti politici del paese che potevano tutelare gli interessi di Cosa nostra e Matteo Messina Denaro fu uno dei mandanti di quell'azione di guerra".