"Quest'albero è diventato un monumento nazionale e un simbolo di rinascita: ci ha permesso di andare avanti e mettere in carcere tutti i latitanti. Tutti tranne uno: Matteo Messina Denaro. Appena lo prenderemo vi aspetto tutti nuovamente qui per gioire insieme".
Così Maria Falcone, sorella del giudice assassinato nella strage di Capaci, dal palchetto accanto all'albero di via Notarbartolo dedicato al fratello Giovanni. "La mafia si vince con la cultura e con la coesione - ha aggiunto - 30 anni fa eravamo in ginocchio e col cuore spezzato, dopo abbiamo rialzato la testa e siamo scesi con cortei e striscioni. Grazie per essere qui oggi e di esserci stati dal 1992 a ora".
Davanti all'albero si è radunata una folla di centinaia di persone.
SCARPINATO. "E' un trentennale triste basato sulla rimozione, sulla restaurazione e sulla normalizzazione. La Falconeide ufficiale sedativa si basa su storie false. E' falso dire che la mafia è sconfitta. La camorra, la mafia pugliese continuano a sparare e ad uccidere; mafia e 'ndrangheta non hanno bisogno di uccidere perché hanno tutte le porte aperte. Il racconto ufficiale serve a consentire il disarmo da parte dello Stato di leggi importanti nella lotta alla mafia come l'ergastolo ostativo e il 41bis". Lo ha detto l'ex procuratore generale Roberto Scarpinato nel corso di un convegno organizzato al teatro Golden di Palermo dalla rivista Antimafia 2000 dal titolo "Uccisi, traditi, dimenticati".
"Siamo passati da presidenti della Regione come Piersanti Mattarella che è stato ucciso, a quello odierno che ritiene opportuno potere confrontarsi con uomini politici condannati per mafia come Marcello Dell'Utri", ha aggiunto Scarpinato.
Il dibattito è stato aperto dagli interventi di magistrati come Luigi Patronaggio e Alfredo Morvillo. "Dobbiamo prendere le distanze dalla retorica ufficiale. Da quando sono in pensione - ha aggiunto l'ex magistrato - ho riacquistato più libertà. Mi sento meno solo in questo teatro con voi che nelle manifestazioni pubbliche".