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01/06/2022 07:21:00

Fava si candida alle Regionali e dice addio alla Commissione antimafia 

 Con le ultime due relazioni presentate, sugli incendi e sull'Ast, la partecipata dei trasporti, Claudio Fava dice addio alla presidenza della Commissione Antimafia dell'Ars, perché si candida alle primarie del centrosinistra in vista della presidenza della Regione. Fava non solo si è dimesso da presidente, ma ha annunciato che non parteciperà alle riunioni.

Una scelta che Fava ha definito come “un passo di lato che arriva al termine del più bello e proficuo periodo della mia esperienza politica, con un lavoro straordinario fatto da tutta la Commissione e che è sintetizzato da alcuni numeri: 12 relazioni, approvate sempre all’unanimità, oltre 600 audizioni, oltre 250 mila pagine di atti acquisiti, due progetti di legge, quello sul codice etico e quello sui beni confiscati.”

Fava ha anche sottolineato il valore politico del voto unanime su tutte le relazioni: “i temi su cui ci siamo cimentati non sono certo neutrali, rispetto alla politica, dai rifiuti alle partecipate, dalla sanità al cosiddetto sistema “Montante”, eppure questo voto unanime è motivo di grande gratificazione perché è la prova dello spirito collaborativo e dello spirito istituzionale che ha animato la Commissione in questi quattro anni.”

Nuovo presidente della Commissione antimafia dell'Ars è Luisa Lantieri, Forza Italia: "Sono onorata di assumere tale ruolo, per continuare nel solco del mio predecessore, il proficuo lavoro svolto in questi quattro anni e mezzo di attività parlamentare. Ringrazio pertanto il presidente Fava per aver condotto con encomiabile compostezza, determinazione e serietà una Commissione tra le più articolate”. “Mi piace ricordare qualche dato – conclude la Parlamentare. Dall’inizio della Legislatura la Commissione si è riunita 300 volte, collezionando oltre 600 audizioni. Di recente sono state approvate 2 importanti relazioni, quella sull’Azienda dei Trasporti Siciliana – che ha permesso alla Procura di Palermo di avviare un’indagine – e quella relativa agli incendi boschivi, che nell’estate del 2021 hanno martoriato il territorio siciliano. Con la stessa determinazione del mio predecessore, guiderò i lavori in Commissione, la quale si è sempre distinta per la compattezza dei suoi componenti, mostrando di essere un valore aggiunto”.

INCENDI. La Commissione Antimafia dell'ARS ha approvato la relazione conclusiva dell'indagine sugli incendi dolosi, la cui presentazione è stata affidata all'On.le Giuseppe Compagnone. "Come più volte ribadito nel corso dell’inchiesta non c’è una sola causa dietro il drammatico fenomeno degli incendi dolosi in Sicilia" ha detto il relatore, che ha anche sottolineato come occorra "distinguere caso per caso, anche in funzione della tipologia di area aggredita."

Per la Commissione, "di certo le istituzioni non possono arrendersi all’evidenza dei cambiamenti climatici, anzi, proprio in considerazione di questi le azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno degli incendi dolosi devono fare un salto in avanti."

Per Compagnone, "ci sono fenomeni più preoccupanti di altri, fra questi in particolare il fenomeno della “mafia dei pascoli” o comunque degli atteggiamenti criminali legati al controllo del territorio ed ai vantaggi, anche di carattere economico, che esso determina attraverso la possibilità di inserire nei fascicoli aziendali, i lotti di terreno assegnati ad uso pascolivo dalla Regione, al fine di richiedere i contributi europei. Abbiamo anche approfondito il tema dell’utilizzodei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi e quello del business del fotovoltaico, ma gli elementi acquisiti, ed in particolare i meccanismi di protezione di cui ci si è dotati, per legge o per contratto, inducono ad escludere interessi criminali in questo settore."

AST. La commissione ha anche presentato la relazione conclusiva dell'indagine sull'AST, l'Azienda Trasporti Siciliana, al centro di un'indagine della Procura di Palermo.

Secondo la Commissione, "dall’inchiesta svolta emergono fatti, comportamenti e omissioni che aggravano, purtroppo, il quadro proposto dalla magistratura. E che richiedono un ripensamento urgente e complessivo da parte della Regione siciliana, socio unico dell’AST, nelle proprie funzioni di gestione e di controllo nei confronti della più importante partecipata regionale."
"L’indagine della Procura di Palermo - si legge nella relazione conclusiva - consegna alle valutazioni della politica una ricostruzione priva di rilievo penale ma, certo, estremamente allarmante: “Dalle indagini è emerso che la gestione del personale di AST, sia con riguardo ai dipendenti assunti direttamente sia con riguardo a quelli impiegati attraverso rapporti di lavoro interinale è pesantemente condizionata da logiche clientelari e da pressioni politiche”.
Particolarmente critico è il giudizio sull'atteggiamento inerte della Regione.
"E' quanto meno singolare che la relazione, a conclusione dell’audit svolto dagli avvocati Giuseppe Terrano e Sergio Lo Cascio, sia rimasta lettera morta, nonostante punti specifici di vulnerabilità e di opacità che quella relazione individuava nell’azienda (e che sono stati poi raccolti e sviluppati nell’indagine della Procura di Palermo).
È irrituale che l’attività ispettiva dei due legali dell’azienda Terrano e Lo Cascio si sia ritorta contro di loro, rendendoli vittime di un isolamento ingiustificato e certamente ingeneroso per due dipendenti che hanno avuto l'onestà civile di rappresentare all’autorità giudiziaria le loro preoccupazione su situazioni di dubbia legalità all’interno dell’azienda."
Sul caso dei due dipendenti, per la Commissione "è auspicabile che la nuova governance della società senta il dovere di esprimere il suo apprezzamento e di rimuovere gli effetti di un grottesco mobbing aziendale."
Punto chiave dell'indagine della Commissione è il sistema di assunzioni presso l'Azienda. Citando quanto scritto dai magistrati, l'antimafia scrive infatti che “Dagli elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini è emerso con straordinaria nitidezza il fenomeno delle assunzioni di personale legate a logiche politiche; assunzioni “pilotate” che hanno fatto dell’AST una scatola contenitrice di lavoratori non necessari all’azienda… Le intercettazioni trascritte assumono un’evidenza tale da non richiedere spiegazioni o interpretazioni...".
Parole che per i Commissari antimafia sono "nette e irrimedaibili. Eppure tra i ruoli apicali dell’azienda continuano a svolgere, riconfermati nelle loro funzioni, soggetti coinvolti nell’indagine penale, adducendo la giustificazione piuttosto singolare d’una carenza di risorse umane.
"La sensazione - conclude la Commissione - è che quest’indagine penale sia stata vissuta da taluni – alla Regione e in AST - solo come una fastidiosa interferenza, un oggettivo intralcio alle consolidate pratiche di amministrazione e di lottizzazione, un problema da tenere tra parentesi e da smaltire. Rapidamente e silenziosamente."