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23/06/2022 06:00:00

La fine dei Cinque Stelle. Il vero tradimento di Di Maio e co. 

 Suscita molte ironie, sfottò, prese in giro, la scissione che si è consumata all'interno dei Cinque Stelle, con Di Maio che se ne è andato per fare un partito tutto suo, seguito da un gruppo di parlamentari, ministri, sottosegretari.

E ci sono i video che girano di quando Di Maio stesso attaccava i politici che non schiodavano dalla poltrona, o i voltagabbana, e ci sono i meme, e tanta altra roba. E verrebbe voglia di infierire, davvero, perchè mi ricordo ancora quando Beppe Grillo, l'"elevato", definiva noi giornalisti "lombrichi destinati all'estinzione". E intanto noi siamo qui al nostro  posto, e adesso quello estinto è il suo partito. 

Ma il sentimento che prevale, se davvero vogliamo commentarla, questa scissione - che ci sembra, come ormai tanti riti della politica di palazzo, talmente lontana dalla vita vera, dalla nostra vita, che forse l'unica chiave di lettura sarebbe quella della satira -  è quello della delusione. Che riguarda Di Maio, Conte, Grillo, i Casaleggio di ieri e di oggi e chi per loro. 

Avendo conosciuto da vicino come operano i Cinque Stelle nel territorio, i loro metodi, certe miseri sotterfugi, dovrei brindare, ma non è così.  Resta questa amara considerazione, invece: erano partiti per fare la rivoluzione, stanno facendo la fine dell'Udeur. Con la differenza, però che Mastella, rispetto a Di Maio, è un gigante della politica, quasi un De Gasperi, più alla mano, però.

E' questa l'amara verità. E questo resterà di un'esperienza che era nata con sentimenti sinceri di cambiamento, di lotta per i diritti, per l'ambiente, per l'innovazione (da qui le cinque stelle del Movimento, anche se ormai non le ricorda più neanche Beppe Grillo). E c'era questa cosa molto italiana di un comico che guidava la rivoluzione, ma intorno a lui c'erano tanti ragazzi, alcuni pure parecchio bravi, e pazienza se c'era qualche scappato di casa, nel mezzo, meglio cretini che corrotti, no?.

E invece no. Dopo tutti questi anni, il tradimento più grande dei Cinque Stelle verso tutti noi è proprio questo. La nostalgia dei corrotti. Riprendetevi i cretini, per favore. Perché con quelli di prima, i corrotti, la casta, quelli della prima Repubblica, i piddini, i forzisti, i berluscones, la destra, la sinistra, i mille partiti di centro, ci puoi ragionare. E spesso non si vendono mai per altro, rispetto a quelli che sono. I Cinque Stelle invece, avevano promesso la rivoluzione. Hanno fatto peggio della vecchia politica. Ma con molto più danno. Uno come Di Maio in un partito normale sarebbe stato bloccato, avrebbe fatto tutto al più il portaborse di qualcun altro. Ce lo hanno imposto come ministro del Lavoro prima, e come Ministro degli Esteri dopo. Roba che fa apparire Angelino Alfano (ve lo ricordate?), una specie di Churchill italiano. E così via via tutti gli altri, ad ogni livello. La loro stessa scissione, è la più cretina del mondo. Fateci caso: Di Maio minaccia di andarsene perchè Conte non vuole votare una risoluzione sull'invio di armi all'Ucraina. Alla fine l'"avvocato del popolo" quella risoluzione la vota. E Di Maio se ne va ... 

C'è, dicevo, una promessa tradita. Che non è la delusione che si riscontra ogni qualvolta un partito non mantiene un impengo. E' qualcosa di più. Perché, davvero in tanti avevamo riposto nei Cinque Stelle la speranza del cambiamento, e adesso li vediamo vittime dei riti della politica più barocca che ci sia. La loro (dis)avventura è la dimostrazione che, purtroppo, un cambiamento dal basso, in politica, non avverrà mai. E' questo il danno. Chi ieri ha votato Cinque Stelle è difficile che domani torni all'impegno in politica. Perché è rimasto ustionato. Si sente preso per il culo. Si è passati dal "vaffa" e l'uno vale uno alle parole di Di Maio: "Uno non vale l'altro". Oppure, peggio mi sento, è più facile che l'elettore grillo deluso ingrossi le file dei movimenti di estrema destra, o delle follie no - vax, exit qualcosa, no Euro, che proprio i Cinque Stelle negli anni hanno fiancheggiato e foraggiato. Perchè non è vero che con la fine dei Cinque Stelle finiscono i populismi. Ne nasceranno di peggiori.  

Ecco perchè di fronte a tutto questo ho solo sconforto. E penso: ridateci Mastella, ridateci l'Udeur. 

Giacomo Di Girolamo