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13/07/2022 07:18:00

Depistaggio Borsellino senza colpevoli. 30 anni dopo, nessuno paga

 Dopo quasi dieci ore di camera di consiglio il Tribunale di Caltanissetta ha ieri sera deciso di "salvare" i tre poliziotti imputati per il depistaggio sulle indagini nella strage di Via D'Amelio.

Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo erano accusati di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra in relazione alla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino. Prescritti i reati per Mario Bo e Fabrizio Mattei mentre Michele Ribaudo è stato assolto. E' arrivata dopo quasi dieci ore la sentenza del processo. 

Il poliziotto Michele Ribaudo è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato".  Erano tutti accusati di concorso in calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio e, in particolare, per aver contribuito a "vestire il pupo", ovvero a "costruire" il falso pentito Vincenzo Scarantino.

 

 

Per Bo il procuratore Salvatore De Luca e i sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso avevano chiesto 11 anni e 10 mesi di carcere, per gli altri due imputati 9 anni e mezzo.

Secondo la Procura, gli imputati, che appartenevano al pool incaricato di indagare sulle stragi del '92, con la regia del loro capo, Arnaldo La Barbera, poi deceduto, avrebbero creato a tavolino i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura e Francesco Andriotta, imbeccandoli e costringendoli a mentire e ad accusare della strage persone poi rivelatesi innocenti: da qui la contestazione di calunnia. Il castello di menzogne costruito grazie ai falsi collaboratori di giustizia avrebbe aiutato, per i pm, i veri colpevoli a farla franca e coperto per anni le responsabilità dei clan mafiosi di Brancaccio e dei suoi capi, i fratelli Graviano.

E per questo ai tre poliziotti la Procura ha imputato l'aggravante di aver favorito Cosa nostra. Aggravante che, evidentemente non ha retto al vaglio del tribunale e ha determinato la prescrizione del reato contestato a due dei tre imputati. Il terzo è stato, invece, assolto nel merito con la formula "perchè il fatto non costituisce reato". Solo il lavoro dei pm nisseni e le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha ridisegnato le responsabilità nell'attentato dei clan rimasti fuori dalle indagini, e che ha scagionato gli imputati accusati ingiustamente, ha svelato un depistaggio, definito dai giudici dell'ultimo processo sulla morte di Borsellino come il più grave della storia della Repubblica. Depistaggio che questa sentenza non esclude. Al dibattimento si sono costituiti parte civile i figli del giudice Borsellino, Fiammetta, Lucia e Manfredi, che da 30 anni chiedono di conoscere la verità sulla morte del padre; il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, i figli della sorella Rita Borsellino, i familiari degli agenti di scorta, oltre ai sette innocenti, scagionati dopo il processo di revisione: Gaetano Scotto, Gaetano Murana, Natale Gambino, Salvatore Profeta.