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24/08/2022 06:00:00

Trapani, al Sant'Antonio Abate lo spreco di denaro in due "stanze a pressione negativa"

 Due “stanze a pressione negativa” realizzate con un costo non indifferente per le casse pubbliche (145 mila euro per l’adeguamento dei locali), collaudate, inaugurate, ma mai utilizzate per lo scopo per il quale sono state previste.

Sono quelle realizzate per l’emergenza Covid a servizio del reparto Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Antonio di Trapani. Adesso, mentre va scemando (almeno si spera) l’emergenza Covid, l’Asp ha deciso di trasformare le due stanze in poliambulatorio (medicina, senologia, chirurgia, reumatologia).

Neppure nel nuovo padiglione Malattie Infettive dell’ospedale di Marsala sono state previste stanze “a pressione negativa”.

La spesa, quindi, fatta o programmata in epoca Damiani-Martorana (entrambi, poi, per fatti diversi tra loro, alle prese con seri problemi giudiziari), si è rivelata, almeno finora, uno spreco.

Le stanze a pressione negativa sono utilizzate per mettere in  quarantena  persone affette da malattie contagiose o mortali.

Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani, è stato condannato a 6 anni e mezzo per corruzione nel processo sullo scandalo della corruzione nella sanità siciliana.  “Non lo feci materialmente io ma misi Manganaro nelle condizioni di farlo. Una sera lo accompagnai in Asp e gli feci vedere dove era la chiave della cassaforte e gli feci vedere quali erano i plichi ove erano contenute le offerte economiche. Poi lui in almeno altre due occasioni si è recato in Asp, mi ha detto con altre persone, e prima ha sottratto la busta, poi l’ha sostituita. L’accordo di Manganaro con Zanzi per questa gara prevedeva corresponsione di somme all’aggiudicazione, alla sottoscrizione del contratto e alla consegna dei lavori, una parte di queste somme era destinato a me”, le confessioni di Damiani nel suo interrogatorio ammettendo che faceva truccare gare milionarie.

A Fabio Damiani, ex presidente della Cuc, centrale unica di committenza della regione Sicilia e poi direttore generale dell’azienda sanitaria di Trapani è stata riconosciuta l’attenuante della collaborazione che invece i pm non volevano concedergli.