Ciao sono Giacomo, ho 45 anni. E da quando sono ragazzino mi interesso di politica. Lo faccio per curiosità, perchè ritengo che sia un dovere essere informati, capire cosa accade intorno, partecipare, e poi perchè è diventato un po' anche il mio mestiere, e perchè credo nella famosa massima "se non ti occuipi di politica, la politica si occupa di te". Pensavo, insomma, di fare una cosa normale, comune. Poi ho scoperto che invece siamo in pochi, a seguire l'attualità politica, partecipare, scegliere consapevolmente, e vabbè.
Ma, insomma, è dal '94 che, puntuale, dopo ogni elezione (tranne una, miracolosa, del '96, che infatti è poi finita in caciara) assisto al dibattito più longevo della storia d'Italia: la fine della sinistra. Con variazioni sul tema: cosa fare con il centrosinistra, la crisi del Pd, rifondare il la sinistra, il campo largo, il centrosinistra con o senza trattino. Ne ho tratto questa agile conclusione: la destra vince, la sinistra riflette.
Il dibattito ha preso il via anche dopo queste elezioni, giustamente, anche perchè, essendo questa sconfitta stra - annunciata, c'erano pezzi già pronti, e commenti e analisi, come i coccodrilli per quando morirà Pippo Baudo, per dire. E, come sempre, ho letto di tutto. Da una serena analisi dei principali quotidiani, siti, programmi di approfondimento in radio e tv , ho capito che il centrosinistra in Italia perde le elezioni per tutti questi motivi: non parla ai giovani, non è su tiktok, pensa solo ai social, non parla agli anziani, non fa capire nulla, non parla alle periferie, prende voti solo nella ztl, è troppo riformista, è troppo di centro, è troppo ambientalista, è poco sensibile ai diritti, è in mano alle lobby gay, non difende la scuola pubblica, è contro le imprese, non difende i lavoratori, è troppo schiacciata sui sindacati, non ascolta i sindacati.
Io dico, sommessamente la mia, dato che siamo di nuovo in epoca di anno zero, dove tutto ricomincia, e il Pd si prepara ad avere un nuovo segretario, un nuovo nome, nuove alleanze. perchè perde la sinistra? La dico brutalmente: perchè è più conservatrice della destra. Perchè non sa parlare di speranze, cosa che la sinistra dovrebbe fare e non fa, mentre la destra parla di paure, assolve benissimo al suo compito. Perchè ha perso una visione del mondo. Cosa significa essere di sinistra in italia? Dieci anni fa era sostenere Mario Monti. Oggi sostenere Draghi e la sua agenda. E poi? Ah, poi c'è quella cosa del fascismo. Bisogna votare sinistra perchè c'è il pericolo del fascismo. Ma davvero ci credete, ancora, un secolo dopo, che sono questi i rischi reali per la nostra democrazia? Olio di ricino e manganelli?
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Tutti i candidati del centrosinistra che ho intervistato in questi giorni, nel territorio, mi hanno detto la stessa cosa: "Noi, qui, tra le persone, parlavamo di bollette. Loro, a Roma, di fascismo, Orban". E' chiaro che la gente non va a votare. Io vorrei votare per qualcuno che mi dica qualcosa di chiaro sulla lotta alle diseguaglianze, su cosa fare, adesso, contro il cambiamento climatico, non di agenda Draghi e fascismo.
Ed all'orizzonte non si prefigura niente di positivo. «Faremo un’opposizione dura, senza sconti, intransigente. Costruiremo un partito aperto, inclusivo, plurale» è la dichiarazione tipo che arriva in questi giorni da Letta-Occhi-di-formaggino-Tigre e dagli altri dirigenti dem. Questa espressione la sento da 25 anni. Insieme a "Matteo Messina Denaro è vicino alla cattura" è una delle frasi fatte più ricorrenti sui giornali.
Nessuno in questo Paese dà voce agli ultimi. E il Pd quando lo fa non è credibile. Perché a parlare è gente che vive di think thank e di lobby, che non sa quanto costa oggi un litro di latte, come sia difficile fare la spesa, che fila c'è alla mensa dei poveri. Loro mangiano alla buvette. E da lì devono insegnarci, a noi, come sopravvivere. Troppo facile. Con la beffa che, quando si perde, sono gli elettori che non capiscono.
Cambiare nome non serve a nulla. Mi ricorda molto il tentativo disperato di certi giornali che, per resistere al calo drammatico di copie, si inventano ogni sei mesi una grafica nuova, quando poi i contenuti rimangono uguali. Oppure ancora i giocatori di poker, che quando le cose non vanno fanno un giro intorno al tavolo, per fare girare la fortuna.
Qui ci vuole ben altro. Ci vuole coraggio. Osare. Ad esempio mi sarei aspettato da Letta, o dagli altri un appello del tipo: iscriviamoci tutti al Pd. Dobbiamo fare una cosa nuova? ci vuole gente nuova. Perchè poi è quello che mi dicono gli amici: forse ora più che mai è il tempo che si entri a fare politica, che si mettano i piedi nel fango, anzichè stare qui a giudicare e a fare salotto, o ad indignarsi sui social. Iscriversi al Pd, oppure ai Verdi, o a "Possibile" del grande Civati. O ad un sindacato (se ne sono rimasti...), un'associazione, un movimento. Per dimenticare la paura e ritrovare il coraggio.
Giacomo Di Girolamo