Il numero delle imprese siciliane si attesta a 481.089 fino al 30 settembre del 2022, posizionandosi al quarto posto su scala nazionale dopo Lombardia (958.228), Lazio (616.685) e Campania (614.217). La crisi non è affatto passata secondo i dati relativi alla nati-mortalità, elaborati dall’Osservatorio di Unioncamere Sicilia. Il saldo del terzo trimestre 2022, in controtendenza assoluta rispetto al secondo trimestre (più 2.779), è negativo con meno 115, su un totale complessivo di 481.089 imprese. Le nuove iscrizioni sono state 3.585 (erano 6.003 nel secondo trimestre), mentre le cessazioni 3.700 (erano 3.224 nel II trimestre).
In Italia il tasso di crescita si conferma in territorio positivo anche del terzo trimestre 2022 con un più 0,36 per cento, seguono la stessa scia positiva tutte le regioni della penisola, ad esclusione di Sicilia e Marche (rispettivamente meno 0,02 per cento e meno 0,03 per cento). In testa alla classifica per numero di imprese registrate svetta Catania, dopo Palermo e Messina, seguite da Trapani, che stacca Agrigento, Siracusa e Ragusa. Ecco tutti i dati per provincia: Catania registrate 106.733; Palermo registrate 101.489; Trapani, registrate 48.100; Messina registrate 63.763; Agrigento 41.310; Caltanissetta registrate 25.803; Enna registrate 15.191; Ragusa registrate 38.158; Siracusa registrate 40.106.
Meno voglia di fare impresa
“Nel terzo trimestre il tasso di crescita delle imprese in Italia è dello 0,36 per cento e il dato siciliano esattamente in controtendenza meno 0,02 per cento. I numeri rispetto al secondo trimestre sono nettamente in calo, questo per effetto del caro energia che fa lievitare pesantemente i costi fissi che gravano su ciascuna impresa”, osserva il presidente di Unioncamere Sicilia Giuseppe Pace. “Le aziende dell’Isola continuano a resistere, l’economia siciliana sta cercando in tutti i modi di tenere duro, ma i provvedimenti da parte sia del Governo centrale – di recente costituzione – sia del Governo Regionale, devono essere immediati, al fine di aiutare le imprese a fronteggiare questa ulteriore emergenza, come se non bastasse la pandemia. La voglia di fare impresa nell’isola sta rallentando, perciò si deve fare presto per scongiurare la chiusura delle imprese, anche bloccando i distacchi di energia per morosità (elettricità, gas e acqua)”, conclude Giuseppe Pace.
Le tipologie di società più diffusi
“In riferimento ai dati provinciali della Sicilia, tasso di crescita positivo si registra a Caltanissetta più 0,10 per cento, seguono Ragusa più 0,20 per cento, Agrigento più 0,11 per cento, Palermo più 0,07 per cento, Trapani più 0,08 per cento, con crescita in terreno negativo invece, Catania meno 0,25 per cento, Messina meno 0,12 per cento, Siracusa meno 0,04 per cento, chiude Enna meno 0,08 per cento”, osserva Santa Vaccaro, Segretario Generale Unioncamere Sicilia. “Dai dati emerge che la forma giuridica maggiormente preferita rimane ancora la società di capitale, con un tasso crescita pari allo 0,41 per cento, con una punta del più 0,76 per cento a Ragusa e più 0,51 a Messina. In tutte le province siciliane i dati sono positivi sulle società di capitale”, aggiunge, “mentre nelle altre province dell’Isola registriamo dati negativi nel tasso di crescita delle società di persone, con una media siciliana del meno 0,17 per cento”.
Aumenti vertiginosi dei prezzi
Il tasso di crescita delle ditte individuali in Sicilia rimane negativo dello meno 0,20 per cento. Conclude il Segretario Generale Santa Vaccaro, il saldo fra imprese iscritte e cessate nel terzo trimestre 2022 è positivo per Ragusa più 77, Palermo più 67, Agrigento più 47, Trapani più 37, Caltanissetta più 26, negativo per Enna meno 12, Siracusa meno 18, Messina meno 76, Catania meno 263, segnale che le imprese dell’isola stanno tentando di sopportare gli aumenti vertiginosi dei prezzi sia delle materie prime che dell’energia e gasolio, che determinano un conseguente calo dei consumi.