Come tutti ben sanno il panettone è un dolce di origine milanese: è infatti negli scritti del precettore della famiglia Sforza che si trova menzione di questo pane, che forse alla fine del 1400 non era neppure tanto dolce. In seguito l’usanza di consumarlo a Natale si è diffusa in buona parte d’Italia, soprattutto negli ultimi decenni. Oggi il panettone non solo è più ricco rispetto al passato già nella ricetta classica, ma è realizzato anche in varianti speciali e ancora più gustose. Sono molte le pasticcerie e i supermercati che ne vendono di artigianali, ma oggigiorno e anche possibile acquistare il proprio panettone artigianale online. Venchi, ad esempio, marchio italiano specializzato nella produzione di cioccolato, per il Natale 2022 ha realizzato una meravigliosa collezione di panettoni in latta, perfetti anche come idea regalo.
Quando nasce il panettone
Come abbiamo già accennato, i primi scritti che citano il panettone risalgono a vari secoli fa. Nel ‘700 fu Pietro Verri a parlarci del panettone, raccontando un’usanza antica diffusa nella zona di Milano. Un po’ storia, un po’ leggenda, si narra infatti che per Natale tutte le famiglie consumassero un pane particolare, prodotto sia per le famiglie povere che per quelle dei ricchi: uguale per tutti. Questo contrariamente a quanto avveniva nei comuni giorni dell’anno, durante i quali per i ricchi si usavano farine più raffinate, mentre per i poveri si preparava il pane di miglio. Il pane di Natale era una grossa pagnotta, leggermente arricchita, da assaporare tutti assieme nel pasto del pranzo di Natale o della vigilia. Nel corso degli anni il pane si è arricchito, aggiungendo burro, spezie, uvetta. Inizialmente era di certo ben diverso dal ricco e burroso dolce che siamo abituati a gustare oggi per Natale, ma con il tempo ha cominciato a somigliargli sempre di più. C’è anche chi dice che il panettone sia il Pan de Toni, dal nome di uno sguattero che salvò un impasto di pane aggiungendovi zucchero, burro e frutta.
Il panettone oggi
Da dolce milanese il primo passaggio si è avuto verso il resto dell’Italia; un poco come è avvenuto per il pandoro, tipico di Verona, anche il panettone è entrato nelle industrie alimentari. L’industrializzazione del processo di produzione ha permesso di rendere maggiormente conservabile il prodotto, per poterlo inviare anche in altre Regioni della penisola. Da lì poi si è andati oltre, sembra infatti che qualche anno fa i cittadini del Regno Unito abbiano indicato proprio il panettone come dolce preferito per le feste di Natale. Nel tempo ci fu anche chi cercò di cambiare il pane di Natale milanese, che in passato veniva preparato come una pagnotta. Fu nel 1920 che un pasticcere decise di provare i classici stampi in carta, dove il panettone cuoce ancora oggi. Proprio questa modifica diede al dolce la classica forma che ha oggi.
Forse non tutti sanno che…
Per secoli il panettone mantenne una valenza simbolica: si condivideva l’abbondanza, per propiziarne la presenza anche l’anno successivo. Per questo una fetta del pane di Natale si conservava fino al 3 febbraio, il giorno di San Biagio, protettore della gola; consumare un boccone dell’ultima fetta di panettone preservava dal mal di gola e dal raffreddore. Oggi questa usanza non c’è più, ma per decenni il giorno di San Biagio era possibile acquistare i panettoni rimasti da Natale a un prezzo scontato, in molte pasticcerie e dai fornai di Milano e non solo.
In collaborazione con Elemaca