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14/12/2022 06:00:00

Gli ospedali della provincia di Trapani. Cosa dicono i dati 

 Di recente l’Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e il Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio - ASL Roma 1, ha elaborato una miriade di dati che attengono alla qualità del nostro sistema sanitario nazionale nel 2021 nel "Programma nazionale esiti".

Una sintesi di tutti i dati è qui. 

In molti comparti, la granularità dei dati si spinge fino alla singola struttura ospedaliera, di conseguenza possiamo ricavarne anche alcune info relative al nostro territorio. Abbiamo estratto alcuni dati da qui.

La provincia di Trapani ha sette ospedali. Abbiamo già evidenziato, in un precedente articolo, come l’ospedale S. Antonio Abate di Trapani Erice si piazzi molto bene nell’area cardiovascolare, in particolare per quanto riguarda i pazienti con infarto sottoposti a un intervento di angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero.

Alto anche il livello di aderenza a standard di qualità per ciò che concerne gravidanza e parto: si inizia anche a registrare una percentuale di parti vaginali in donne con pregresso parto cesareo allineata alla media nazionale.

Benone la chirurgia generale e gli interventi in laparoscopia. L’ospedale non eccelle, invece, nell’assistenza legata all’apparato osteo-muscolare e al sistema nervoso. Male, infine, tutto ciò che attiene al sistema respiratorio e alla chirurgia oncologica, fiore all’occhiello, invece, dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, insieme con la chirurgia generale e l’area cardiovascolare. Ma qua non ci siamo, purtroppo, con gli standard relativi all’ambito perinatale e alla cura del sistema nervoso.

Non passano gli esami l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala e l’ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo. Benino ciò che riguarda l’assistenza erogata dall’ospedale V. Emanuele II di Castelvetrano, eccetto che in ambito patologie respiratorie e gravidanza e parto. Non valutabili gli altri ospedali.

Nel 2021, è ancora il S. Antonio a confermarsi punto di riferimento per gli interventi chirurgici conseguenti a tumore maligno alla mammella: 60 in tutto. Tempi di attesa ragionevoli in pressoché tutti gli ospedali - allineati alla media nazionale, vale a dire quattro o cinque giorni - in caso di intervento per frattura alla tibia e al perone. Mentre è sempre il S. Antonio l’unico ospedale della provincia a risolvere in day hospital gli esiti legati alle broncopneumopatie croniche ostruttive.

Insomma, molto è stato fatto e c’è tanto ancora da fare per migliorare l’efficienza dei presidi ospedalieri della provincia di Trapani. Spesso sopperiscono le cliniche private e le case di cura convenzionate, o la vicina provincia di Palermo, a cui vengono demandati i casi più complicati, come ad esempio gli interventi cardiochirurgici in età pediatrica.

A livello regionale, la Fon­da­zio­ne Gi­glio di Ce­fa­lù an­che per il 2021 si con­fer­ma il pri­mo cen­tro in Si­ci­lia per il trat­ta­men­to del tu­mo­re ma­li­gno alla pro­sta­ta con 146 in­ter­ven­ti di pro­sta­tec­to­mia ra­di­ca­le.  Nel 2021, in com­ples­so, l’u­ro­lo­gia del Gi­glio di Ce­fa­lù ha ese­gui­to 1531 in­ter­ven­ti chi­rur­gi­ci in ri­co­ve­ro or­di­na­rio che sal­go­no a 1780 con le pro­ce­du­re in day ser­vi­ce (di­mis­sio­ne in gior­na­ta). Se­con­do Age­nas l’u­ro­lo­gia del Gi­glio è ri­sul­ta­ta an­che il se­con­do cen­tro in Si­ci­lia per trat­ta­men­to del tu­mo­re del­la ve­sci­ca con 35 ci­stec­to­mie ra­di­ca­li e il ter­zo per il tu­mo­re del rene con 59 ne­frec­to­mie ra­di­ca­li.

Più in generale, infine, il nuovo rapporto sulle performance degli ospedali del Ssn mostra una ripresa delle attività in tutti i settori dopo il rallentamento dovuto alla pandemia anche se siamo ancora lontano dai livelli pre pandemici: in numeri, 1 milione e 200 mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che sommati al milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020 si sono tradotti in ben 2 milioni e 900 mila ricoveri persi. Ma il 2021 è anche l’anno in cui molte realtà del Centro Sud hanno alzato la testa grazie a correttivi apportati nel tempo in alcune aree specialistiche lasciando a volte indietro il virtuoso Nord (imbattibile invece per quanto riguarda la chirurgia oncologica)