Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/01/2023 15:27:00

Trapani, dolorante per una frattura alla caviglia attende 12 ore al pronto soccorso 

 Dolorante, con una frattura alla caviglia , ha dovuto attendere quasi dodici ore prima di essere visitato al pronto soccorso del Sant'Antonio Abate di Trapani.

Protagonista della vicenda un uomo di 82 anni che vive da solo in un appartamento, nella zona del porto.

Giovedì mattina, l'anziano è caduto mentre usciva dal bagno. E' rimasto riverso sul pavimento. Non riusciva, infatti, più ad alzarsi, lamentando un forte dolore alla gamba e alla schiena. A soccorrerlo un vicino di casa che ha subito chiamato una ambulanza del 118. Così l'uomo è stato accompagnato nell'area di emergenza del nosocomio trapanese. Qui è inizia il suo calvario. Al pronto soccorso c'era solo un medico di turno e la sala d'aspetto, come al solito, era zeppa di pazienti. Si procede per “Codice”, ossia per colore, come prevede il triage.  Tutti devono attendere che arrivi il loro turno. Stessa cosa deve fare l'82enne. Lui al pronto soccorso è da solo. Non ha familiari che lo possano accudire. 

Passa un'ora. Passano due ore. Passano tre ore. Niente di niente.

L'attesa continua, fino alle 19 quando dopo, quasi dodici ore, l'anziano, a digiuno quando è caduto (non aveva fatto nemmeno la colazione), può finalmente accomodarsi per essere visitato.

I medici gli immobilizzano la caviglia applicandogli la gessatura. L'uomo trascorre la notte al pronto soccorso. Questa mattina é stato dimesso.

La storia dell'82enne e la storia di tutti perchè al pronto soccorso è spesso così. Pochi medici in servizio, tanti pazienti, attese snervanti che spesso sfociano in episodi di intemperanza.

A pagarne le conseguenze non solo gli utenti, ma anche medici e infermieri che, con cadenza quotidiana, devono combattere per fronteggiare una emergenza divenuta ormai cronica. Divenuta ormai “normalità”. Sulla vicenda attendiamo ora la relazione annunciata dall' Asp.