La diffusione dell'influenza aviaria H5N1 tra mammiferi, come visoni, lontre, volpi e leoni marini, è stata recentemente segnalata e richiede un monitoraggio attento. Il rischio per l'uomo al momento viene valutato come basso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tuttavia, è importante essere preparati a ogni eventualità. Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, raccomanda la massima attenzione per evitare il contagio dell'aviaria e invita a non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali.
L'OMS sta lavorando con le autorità nazionali e i partner per monitorare la situazione e studiare eventuali casi di infezione da H5N1 negli esseri umani. Il Sistema Globale di Sorveglianza e Risposta all'Influenza identifica e monitora i ceppi di virus influenzali circolanti e fornisce consigli ai paesi sul loro rischio per la salute umana e sulle misure di controllo disponibili. L'OMS raccomanda di rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui interagiscono esseri umani e animali d'allevamento o selvatici e di collaborare con i produttori per garantire la disponibilità di vaccini e antivirali se necessario.
La World Organization for Animal Health (Woah) ha riportato la morte di 208 volatili in tutto il mondo a causa dell'influenza aviaria, ma i 200 casi registrati tra mammiferi in Spagna e Regno Unito hanno causato maggiore preoccupazione. Il virologo Massimo Clementi e il docente di Igiene, Walter Ricciardi, hanno evidenziato il rischio infettivo legato al contatto continuo con gli animali, allo stravolgimento dell'ambiente, alla densità di popolazione e alla rapidità dei viaggi. Essi sottolineano la necessità di essere vigili e preparati, poiché non è escluso che possa verificarsi una pandemia come quella della Covid-19.