E' alta la tensione intorno al mondo della sanità siciliana. Da un lato la Regione deve andare incontro all'esigenza di nuovi tagli, dall'altro lato continua il braccio di ferro con la sanità privata, che questa settimana ha portato anche allo sciopero dei laboratori di analisi. In più c'è la grande dei precari assunti per l'emergenza Covid e che chiedono la stabilizzazione.
La protesta dei laboratori di analisi e degli specialisti convenzionati in Sicilia è esplosa tre settimane fa e non sembra voler placarsi. Il motivo della protesta è la direttiva dell'assessorato regionale alla Sanità che ha chiesto a tutti i manager delle Asp di farsi restituire dai centri privati 25 milioni di euro erogati nel 2020.
Secondo l'assessorato, queste somme devono essere recuperate come parte delle misure di ripianamento del maxidisavanzo previsto per il 2023, che prevede il recupero di 400 milioni di euro, la maggior parte dei quali sono fondi legati all'emergenza Covid che lo Stato non erogherà quest'anno.
Il capogruppo forzista della scorsa legislatura, Tommaso Calderone, è stato il promotore della norma che prevedeva l'erogazione del 95% del budget previsto a inizio anno ai privati, nonostante fossero chiusi per effetto delle misure anti-Covid. La Regione ha quindi pagato una "indennità di funzione", prevedendo il recupero negli anni successivi anche sotto forma di conguaglio di prestazioni extra offerte dai centri privati. Tuttavia, secondo il dirigente del dipartimento Pianificazione strategica, Mario La Rocca, questa operazione non è mai stata effettuata.
Questa situazione ha scatenato la protesta dei laboratori di analisi e degli specialisti convenzionati, che hanno deciso di mettere in atto una serrata di questi giorni. La questione sembra essere ancora lontana dalla risoluzione, con l'assessorato regionale alla Sanità che non sembra intenzionato a fare marcia indietro nella richiesta di recupero delle somme. Resta da vedere come evolverà la situazione e se ci saranno ulteriori sviluppi nella protesta dei laboratori di analisi in Sicilia.
PD. “La manifestazione dei rappresentanti, operatori, medici e pazienti della sanità privata è un ulteriore campanello d’allarme di fronte al quale il governo regionale ha il dovere di dare risposte chiare. Di certo non sarà più tollerabile che l’assessore alla Salute Giovanna Volo continui a fare ‘scena muta’, come nel corso dell’imbarazzante seduta di martedì scorso all’Ars quando non è stata in grado di rispondere alle interrogazioni parlamentari”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, a proposito della manifestazione del mondo della sanità privata che si è tenuta oggi a Palermo.
“Naturalmente – aggiunge Catanzaro – oltre ai problemi della sanità privata ci sono le enormi carenze di quella pubblica, che sembra essere dimenticata dal governo regionale. E c’è anche la vicenda dei precari-Covid rispetto alla quale assistiamo ad un continuo scaricabarile tra il governo regionale e quello nazionale, anche se sono dello stesso colore politico”.
“Il diritto alla salute deve essere garantito a tutti i siciliani nel modo migliore – conclude Catanzaro - su questo tema così importante il gruppo Pd all’Ars non farà sconti al governo, sostenendo e difendendo le esigenze dei cittadini”.
PRECARI COVID. A pochi giorni dalla scadenza dei contratti di tutto il personale tecnico amministrativo reclutato durante l'emergenza Covid-19 l'Assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Giovanna Volo, non ha ancora comunicato quali provvedimenti intende assumere, lasciando con il fiato sospeso oltre 2000 lavoratori. "Si tratta di quegli stessi lavoratori che solo pochi giorni fa sono stati inseriti dal decreto Mille Proroghe nel percorso di stabilizzazione insieme al personale sanitario. Ma la cosa più grave, - spiega il Codacons - oltre all'incertezza politica dimostrata dall'Assessore, tanto davanti l'assemblea regionale che nel corso dell'audizione presso la commissione sanità dove non è riuscita a rispondere ai tanti quesiti posti, è che le varie ASP stanno procedendo speditamente alla indizione ed all'espletamento di concorsi. Questi concorsi, però, volti all'assunzione a tempo determinato del personale, coinvolgeranno necessariamente lavoratori che sono già da svariati anni alle dipendenze delle ASP, e che quindi godono di un punteggio maggiore del personale reclutato durante la crisi pandemica, trattandosi di fatto di una progressione di carriera verticale del personale interno. In questo modo verranno vanificati gli sforzi dei precari Covid, facilmente scavalcati da personale precedentemente assunto dalle ASP e appartenete agli stessi profili tecnico amministrativo. Quindi, si sta venendo a creare una situazione di conflitto tra lavoratori assunti a tempo determinato ed i precari Covid inseriti da una legge nazione in un percorso di stabilizzazione". Alla luce di tutto ciò il Codacons chiede all'Assessore Volo che intervenga immediatamente sospendendo tutte le procedure concorsuali in atto innanzi alle ASP e provvedendo, come previsto dalla normativa nazionale, alla stabilizzazione dei contratti dei precari Covid, personale prezioso e necessario per continuare a garantire gli stessi livelli di prestazione valorizzando le professionalità già acquisiti, indicendo nuovi concorsi che tengano conto di quanto espressamente previsto dal Decreto Mille Proroghe approvato da Camera e Senato.