Oggi le patologie tumorali, purtroppo, sono molto più frequenti di un tempo e quando ci si trova ad affrontare una diagnosi angosciante, la domanda che ci si pone è: dove si cura questa malattia? Secondo gli esperti il riferimento per capire se una struttura è di eccellenza o meno, è il volume, il numero di interventi oncologici effettuati in un anno.
Più grande è il volume, maggiore è la qualità e l’efficacia delle cure che quella struttura ospedaliera riesce a garantire. Per i pazienti c'è un aiuto concreto che è la mappa aggiornata dei centri dove si registrano i maggiori volumi per 17 diverse neoplasie. La mappa è stata realizzata dalla Rete Oncologica Pazienti Italia. In Italia più di un intervento su 4 (pari al 26%) avviene ancora in strutture ‘sotto soglia, in cui il numero di operazioni effettuato è sotto lo standard previsto.
La scelta della struttura in cui curarsi fa la differenza. Lo dice la presidente Ropi Stefania Gori, «può fare la differenza nel trattamento dei tumori. I dati confermano una forte associazione tra volumi di attività chirurgica più alti e migliori esiti delle cure». Ed i dati resi noti da Ropi, in termini di sopravvivenza, lo dimostrano: per il tumore ovarico, ad esempio, la sopravvivenza a 3 anni è del 65% se l’intervento è effettuato in strutture specializzate, ma cala al 44% in quelle con un volume di interventi sotto la soglia minima. Per il tumore del seno, invece, la sopravvivenza a 5 anni è dell’83,9% nei centri con alti volumi di interventi (ovvero sopra la soglia minima fissata a 150 interventi l’anno), ma scende al 78,8% nelle strutture che effettuano 99-50 interventi l’anno e cala ancora al 74,9% in quelle con meno di 50 interventi l’anno.
Per le associazioni dei pazienti, la mappa di centri con i maggiori volumi di attività è fondamentale. Nel caso del tumore al seno ad esempio, afferma Giorgia Capacci, presidente dell’Associazione Oltre il nastro rosa, «conoscere i centri dove le ricostruzioni mammarie hanno liste di attesa più brevi, dove la chirurgia plastica è d’eccellenza, può davvero essere dirimente nel risultato del percorso per una donna». Scegliere dove curarsi sulla base di dati oggettivi è cioè il primo passo nella direzione giusta. Perchè «poter contare su un “luogo” dove si ha la certezza di essere operati da mani esperte – conclude Claudia Santangelo, presidente dell’Associazione ‘Vivere senza stomaco si può!’ – spesso fa la differenza tra vivere e morire».
La mappa “Dove mi curo?” - Presentata al ministero della Salute ed elaborata partendo dai dati del Programma Nazionale Esiti 2022 di Agenas, è online sul sito di Ropi www.reteoncologicaropi.it ed evidenzia come, tuttavia, in 5 anni – dal 2017 al 2021 – le strutture ‘sopra soglià siano passate da 143.469 a 148.491, segnando un aumento del 3,5%. Nello stesso arco di tempo, inoltre, si è comunque registrata una riduzione dell’11% dei luoghi di cura in cui si esegue un volume sotto soglia di operazioni.
In Sicilia si riesce a coprire tutte le patologie - Per quanto riguarda la capacità di curare le diverse patologie nelle varie regioni d'Italia, il Nord è stabilmente in testa e supera i volumi soglia per gli interventi su tutte, o quasi tutte, le 17 neoplasie. Al Sud, invece, solo 3 Regioni si avvicinano a coprire tutte le principali patologie nella top ten nazionale: Sicilia, Campania e Puglia. Per questo, è ancora forte la “migrazione” sanitaria verso il Nord, con oltre 24mila pazienti costretti a muoversi ogni anno.
MINISTRO DELLA SALUTE SCHILLACI - "Con la mappa della Ropi - afferma il ministro della Salute Orazio Schillaci -, si lancia un forte segnale di trasparenza e informazione verso i cittadini, ma è necessario rafforzare la rete dell’assistenza e superare quel gap tra un Centro-Nord e un Sud del Paese, del quale ancora ci parlano i dati della mobilità sanitaria in particolare in tema di assistenza oncologica". L’indicazione è dunque quella di rivolgersi ai centri con i maggiori volumi e puntare ad un sistema, rileva Schillaci, «nel quale gli interventi chirurgici si concentrino nelle strutture più altamente specializzate, con il numero di casi maggiore e gli esiti migliori».
Questa la classifica dei centri elaborata dalla Rete oncologica pazienti Italia (Ropi) sulla base del numero di interventi effettuato in un anno per alcune delle principali neoplasie:
TUMORE DELLA MAMMELLA (soglia minima 150 interventi l’anno)
1. Istituto europeo di oncologia (Milano): 2716 interventi l’anno
2. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 1208
3. Istituto Humanitas (Rozzano): 1031
4. Istituto nazionale tumori (Milano): 887
5. Azienda ospedaliera Careggi (Firenze): 846
6. Ospedale Bellaria (Bologna): 796
7. Ospedale S.Anna (Torino): 768
8. Humanitas Istituto Clinico Catanese (Misterbianco): 739
9. Istituto oncologico veneto (Padova): 722
10. Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa): 715
TUMORE DEL POLMONE (soglia minima 50 interventi l’anno)
1. Azienda ospedaliera S. S. Andrea (Roma): 504 interventi l’anno
2. Istituto europeo di oncologia (Milano): 489
3. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 373
4. Azienda ospedaliera Careggi (Firenze): 369
5. Azienda ospedale – università Padova (Padova): 361
6. Istituto Humanitas (Rozzano): 349
7. Istituto nazionale tumori (Milano): 332
8. Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna): 316
9. Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa): 316
10. Ospedale Monaldi (Napoli): 281
TUMORE DELLO STOMACO (soglia minima 20 interventi l’anno)
1. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 117 interventi l’anno
2. Irccs San Raffaele (Milano): 91
3. Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino): 85
4. Azienda ospedaliero universitaria Verona Borgo Trento (Verona): 83
5. Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa): 75
6. Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna): 68
7. Istituto europeo di oncologia (Milano): 56
8. Azienda ospedaliero universitaria Careggi (Firenze): 56
9. Ospedale Morgagni Pierantoni (Forlì): 50
10. Ospedale della Misericordia (Grosseto): 50
TUMORE DEL COLON (soglia minima 50 interventi l’anno)
1. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 446
2. Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna): 318
3. Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa): 301
4. Consorziale Policlinico Bari (Bari): 241
5. Azienda Ospedale – Università Padova (Padova): 222
6. Azienda ospedaliera Careggi (Firenze): 198
7. Istituto nazionale tumori (Milano): 190
8. Ospedale policlinico San Martino (Genova): 183
9. Ospedale regionale EE G. Panico (Tricase-Lecce): 179
10. Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino): 177
TUMORE DELLA PROSTATA (soglia minima 50 interventi l’anno)
1. Azienda ospedaliera Careggi (Firenze): 621 interventi l’anno
2. Istituti europeo di oncologia (Milano): 505
3. Casa di cura Pederzoli (Peschiera Del Garda): 367
4. Irccs San Raffaele (Milano): 354
5. Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna): 321
6. Ospedale regionale EE Miulli (Acquaviva Delle Fonti – Bari): 305
7. Azienda ospedaliero universitaria S. Luigi (Orbassano – Torino): 271
8. Istituto Humanitas (Rozzano): 255
9. Ifo-Istituto Regina Elena (Roma): 249
10. Ospedale Sacro Cuore Don Calabria (Negrar – VR): 248