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08/03/2023 06:00:00

L'8 Marzo, oltre la retorica

E non bastano le parole ma sono necessarie oggi, e pure domani come sempre, per rimarcare una grande ovvietà: l’8 marzo non è il 25 novembre.

Non può essere una operazione “bis”, che rischia di vanificare tutto il grande lavoro che le associazioni, composte da addette ai lavori e da volontarie, fanno 365 giorni l’anno, unitamente alle Forze dell’Ordine.

No. L’8 marzo non è il 25 novembre, non si può più banalizzare ogni cosa o lasciare che la retorica sia la principessa di dialoghi che non incideranno.
L’8 marzo è focus, è riflessione sul perché quell’ascensore sociale, di cui ognuno si riempie la bocca, non è mai partito.
Perché le donne oggi hanno ancora una disparità contrattuale prima e di salario poi, perché ancora alle donne è richiesta tripla fatica per arrivare ai posti di comando, siano essi ruoli dirigenziali o di politica. Alle donne, un uomo in politica, preferisce parlare e intrattenere rapporti con altri uomini.

In politica un uomo arriva a stringere alleanza con una donna, o a parlare con lei di strategia, solo dopo avere fatto comunella con altri uomini.
Indispensabili le panchine rosse, indispensabile che il 25 novembre si apra una seria (ma dovrebbe poi essere costante) attività di monitoraggio e anche di contrasto del fenomeno dilagante della violenza contro le donne, ma l’8 marzo si accendano i riflettori su altri aspetti: dall’ innovazione e tecnologia per la parità di genere all’accesso al mondo del lavoro, dalla capacità di autodeterminarsi alla consapevolezza di sè.
L’uguaglianza di genere è ancora distante, le donne sono stanche di essere etichettate come principesse oppure guerriere, siamo donne e più semplicemente abbiamo voglia di incidere sul tessuto sociale come vogliamo e non come vorrebbero gli altri.
E sia chiaro è tempo che anche le Commissioni Pari Opportunità comprendano che non sono l’anticamera delle associazioni che contrastano la violenza contro la donna, appunto: ci sono le associazioni.

Il 25 novembre è una giornata importantissima, mai abbassare la guardia, ma proprio per il dramma che molte donne vivono o hanno vissuto bisogna fare di più, bisogna andare oltre.

L’8 marzo è indispensabile parlare di come le donne possano aiutare altre donne a rialzarsi, a trovare la loro strada, a trovare gli strumenti necessari affinché possano essere libere.

L’8 marzo dovrebbe essere una giornata interamente dedicata al focus sul dove le donne sono o non sono arrivate, perché, ragazze mie, l’ascensore sociale è fermo. Forse non è mai partito.
Anche per le donne ammazzate dal proprio uomo questo sforzo andrebbe fatto, per quelle che vivono di ricatti, di violenza, di dipendenza affettiva ed economica.

La retorica nulla produce, è solo un roboante parlarsi addosso.

 

Rossana Titone