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14/03/2023 06:00:00

Abusivismo e demolizioni in provincia di Trapani, i tecnici fanno il punto. Ecco la situazione

Le coste della provincia di Trapani invase dal mattone selvaggio. Un abusivismo edilizio “dilagante”, avvantaggiato anche da regole poco chiare e lentezze burocratiche.


Uno scempio frutto di anni di sfruttamento del territorio da parte di “furbetti” del mattone. Ma ora alcuni Comuni, piano piano, stanno correndo ai ripari con le demolizioni.

Su abusiviemo e demolizioni hanno fatto il punto nei giorni scorsi geometri, ingegneri, architetti, tecnici della provincia di Trapani, con la presenza del dirigente regionale all’Urbanistica Calogero Beringheli.

Una riunione, quella del Tavolo permanente delle professioni tecniche presieduto da Francesco Parrinello, in cui, tra gli altri, hanno relazionato i dirigenti di alcuni dei comuni in cui l'abusivismo sulla costa è molto presente. Su tutti Marsala, con il dirigente Pier Benedetto Mezzapelle. A relazionare anche i dirigenti dei comuni di Trapani, Orazio Amenta, di Mazara del Vallo Antonella Russo, di Erice Francesco Tranchida,  nonchè l’avvocato Antonio Cannizzo.

I tecnici sono d’accordo. In Sicilia ci sono regole poco chiare, e le leggi regionali che sono intervenute sull’argomento negli ultimi anni sono state dichiarate incostituzionali.
La regione siciliana ha competenza esclusiva in materia urbanistica, ma ogni volta che legifera, o che ci prova, lo fa male. Un’autonomia che non si riesce a sfruttare, con cittadini e tecnici in balia di cavilli e ricorsi.

Su questo punto ha relazionato il dirigente regionale all’Urbanistica Calogero Beringheli parlando della possibilità di un regolamento edilizio unico. Il vantaggio è che si assisterebbe ad una uniformazione delle regole in tutti i comuni. Per fare un esempio, spesso da comune a comune variano piccole regole urbanistiche, altezza dei soffitti, dimensione delle finestre, piccole cose che, in fase di controllo, ingolfano la macchina e creano contenziosi che portano ad ulteriori intoppi burocratici.

I tecnici hanno affrontato l'argomento abusivismo in ogni sua sfumatura. Anche quello legato all'abusivismo di necessità, cioè quelle abitazioni o parti di case costruite come primo alloggio in zone non proprio "d'elite" e che comunque rappresentano una piccola fetta, in proporzione, in provincia di Trapani.

Ma è il fronte abusivismo sulla costa quello più critico. Di recente abbiamo fatto, ad esempio, il punto su Marsala. La città delle 500 case da abbattere.
E’ questo, infatti, il conto aggiornato sugli immobili illegalmente costruiti nella fascia dei 150 metri dal mare e che devono essere demoliti. Per abbattere qualche immobile il Comune ha ottenuto 300 mila euro dal Ministero delle infrastrutture. Su 19 interventi 11 sono a Marsala tra quelli previsti dal Fondo Demolizioni. Dal 2011, anno dell’avvio delle demolizioni, ad oggi sono state abbattute 170 case abusive sulla costa marsalese. Ma solo negli ultimi tre anni ne sono state demolite 75. Un dato che fa sorgere una domanda spontanea: perchè prima si è andato così piano?
Motivi politici, tecnici, burocratici. Voler evitare di toccare nervi scoperti. Un po’ di tutto, insomma, in un comune nei cui cassetti ci sono migliaia di pratiche di sanatoria.


E, come detto, spesso il rischio è quello di incorrere in ricorsi e contro-ricorsi. Come sta accadendo, ad esempio, ad Erice, dove approda al Consiglio di giustizia il lungo braccio di ferro tra il proprietario di un immobile abusivo realizzato nella frazione di Pizzolungo e il Comune che ne aveva disposto la demolizione. Il Tar aveva già respinto il ricorso del proprietario che, però, si è rivolto al Cga per contestare la decisione adottata dall'Amministrazione.
Alcuni proprietari di immobili, finiti nel mirino dell'Ente, hanno già deciso di procedere all'autodemolizione degli edifici ritenuti “fuorilegge”. Sessanta i casi individuati tra frazione balneare ericina e la località denominata Nono chilometro.
Spesso i Comuni sono pigri, però, e con la scusa dell’assenza di fondi non avviano le pratiche.

C’è da dire che sul fronte demolizioni l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha stanziato 2 milioni di euro per i comuni che vogliono abbattere le costruzioni abusive. Ma ogni anno questo fondo non viene adocchiato dai comuni, e buona parte di questi soldi restano nelle casse della Regione che, in ogni caso, li accantona per questo scopo.


I Comuni, infatti, spesso non arrivano esitare le istanze di condono, o decidono di non trattarle, perchè se sono sbagliate, come spesso accade, gli immobili non si possono sanare. Alla base c'è una forte carenza di personale tecnico. Ma non è errato pensare, in alcuni casi, che ci siano anche motivi politici, per non inimicarsi gli abusivi. I comuni perdono tempo, gli abusivi restano in possesso delle proprie case. Finchè non ci sono quei funzionari attenti che si accorgono che qualcosa non funziona.