Ieri, 18 Aprile 2023, ha avuto luogo a Bruxelles la conferenza “A Local Strategy for the Social Economy Action Plan” (“Una strategia locale per il piano di azione sull’economia sociale”), organizzata dalla Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani.
L'evento si è svolto nell’ambito dell’ultima Social Mission del progetto BREED “Building community REsiliencE and sustainable Development through social economy” (trad. “Costruire la resilienza della comunità e lo sviluppo sostenibile attraverso l'economia sociale), attualmente in corso di implementazione sotto il coordinamento dalla Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani. Il progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma COSME e ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell'economia sociale nelle comunità locali in Europa.
Le attività coinvolgono organizzazioni e autorità locali di diversi Paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo) che attualmente stanno affrontando problemi e sfide simili (come la disoccupazione, la mancanza di servizi sociali, ecc.) e mira a sostenere la resilienza dell'economia europea nell'era post-pandemica attraverso il rafforzamento delle competenze di enti pubblici e privati nel campo dell'economia sociale, della cooperazione interistituzionale e dell'innovazione.
In Italia il territorio di riferimento della sperimentazione è la provincia di Trapani con il Comune di Alcamo.
Presente all’incontro anche Presidente della Fondazione Comunitaria, Pietro Basiricò che ha affermato che “la Fondazione di Comunità è un facilitatore e un catalizzatore di risorse umane e finanziarie in grado di promuovere la coprogettazione di interventi che possono supportare lo sviluppo sostenibile e inclusivo delle nostre comunità. Infatti, una comunità è sana e cresce nella prosperità se è composta da persone che la valorizzano e ne hanno cura”. L’evento è stato patrocinato da Philea - Philanthropy Europe Association ed è stato organizzato con il supporto di Confcooperative Bruxelles.
L’evento ha visto la partecipazione di diversi ospiti del mondo accademico, filantropico e istituzionale europeo, a cominciare dalla rappresentante dell’Agenzia esecutiva del Consiglio europeo per l'innovazione e delle piccole e medie imprese (EISMEA) Marta Nuche Castellanos, che ha aperto i lavori sottolineando come la promozione dell’inclusione sociale e della crescita inclusiva sia uno dei principali pilastri della strategia di sviluppo dell’Unione Europea.
A seguire è intervenuta Carola Carazzone, Vice-Presidente di Philea - Philanthropy Europe Association che ha affermato che “le fondazioni di comunità in Europa rappresentano un grande potenziale per lo sviluppo dell’economia sociale grazie a quattro elementi comuni individuati: creano forti legami con le comunità locali, rappresentano un patrimonio culturale e intellettuale, garantiscono fiducia grazie alla loro affidabilità e trasparenza, e soprattutto si siedono al tavolo in un modo diverso, in quanto fanno ricorso a diversi tipi di risorse, non solo a quelle finanziarie”.
Tra i relatori anche Ana Umbelino, Presidente di REVES: European Network of Cities e Regions for the Social Economy – che ha sottolineato come “la crisi economica, ecologica e sociale che stiamo vivendo richiede una transizione ad un modello di sviluppo che sia in grado di produrre rispettando i diritti umani e l’ambiente. Per fare ciò è necessario promuovere: un modello di governance multilivello, integrato ad un dialogo strutturato con le comunità, l’accesso ai fondi del pubblici per sostenere il welfare, connessioni tra le scuole e le organizzazioni del terzo settore al fine di creare nuove carriere professionali”.
Ha concluso i lavori Mauro Magatti, Economista e Sociologo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché componente del Comitato d’indirizzo della Fondazione Comunitaria che ha invece sottolineato come “i problemi ambientali e sociali che stiamo fronteggiando sono entropici. La generatività sociale è un paradigma in grado di attivare processi sintropici capaci di contrastare gli effetti entropici. Quindi è necessario sostituire il concetto di cura a quello di sfruttamento e il concetto di contributo a quelli di produzione e consumo. Per fare ciò è necessario promuovere la transizione intergenerazionale al fine di valorizzare la visione di lungo termine attraverso una riforma profonda dell’attuale sistema educativo”.