Già condannato, in primo grado, dal Tribunale di Marsala a 5 anni e 9 mesi di carcere per tentata violenza sessuale su una ragazzina di 12 anni e corruzione di minorenne, adesso un bidello di 63 anni (C.M.) è indagato anche per atti persecutori (“stalking”) e violenza privata aggravata in danno della stessa minore. E con il bidello è indagata, per falsa testimonianza e calunnia, anche la moglie (M.B., di 49 anni) a seguito delle dichiarazioni rese nel processo al marito, la cui sentenza è stata emessa il 18 maggio 2022.
Ai due coniugi è stato notificato l’avviso conclusione indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Pm titolare del procedimento è Marina Filingeri, che ha già sostenuto l’accusa nel primo processo.
Al bidello si contesta di avere ripetutamente molestato telefonicamente, pedinato e seguito in bicicletta la ragazzina. Tutto questo nella primavera del 2020, subito dopo l’approccio sessuale. La giovane ne sarebbe rimasta terrorizzata. Non riusciva a dormire, aveva crisi di pianto e meditava il suicidio, come poi confidò alla sorella, dopo avere rivelato ad una zia dell’approccio sessuale del bidello, accusato anche di violenza privata in quanto avrebbe minacciato di uccidere la ragazzina se questa avesse raccontato quanto accaduto nel vecchio casolare di campagna, nell’agro tra Marsala e Mazara del Vallo. Qui, il bidello avrebbe condotto la ragazzina, per altro figlia di “amici di famiglia”, con la scusa di andare a raccogliere funghi. Davanti al casolare, però, l’avrebbe invitata a fare sesso con lui, tentando di abbassarle i pantaloni. Quindi, al rifiuto della giovane, impaurita e sotto choc, si sarebbe masturbato.
L’indagine, condotta dai carabinieri, è scattata ai primi del 2020, dopo la denuncia presentata dai genitori. Oltre alla pena detentiva, lo scorso anno il Tribunale ha inflitto all’uomo anche una serie di pene accessorie: interdizione perpetua dai pubblici uffici, con divieto di avvicinamento per due anni, dopo avere scontato la pena, ai luoghi frequentati da minori, e al risarcimento danni in favore della vittima e dei suoi familiari da quantificare davanti al giudice civile. A difenderlo è stato l’avvocato Alessandro Carollo (in questo secondo procedimento, invece, la Procura ha assegnato ai due coniugi un difensore d’ufficio: Salvatore Giorgi), mentre legali di parte civile, per la vittima e i suoi familiari, sono stati gli avvocati Vincenzo Forti e Tommaso Massimo Maggio. Al loro fianco anche il Centro antiviolenza “Casa di Venere”, rappresentato dall’avvocato Roberta Anselmi. Alla moglie del bidello si contesta la falsa testimonianza per avere detto, in Tribunale, il 16 febbraio 2022, che il giorno in cui la ragazzina aveva subito la molestia sessuale lei e il marito erano andati insieme a far visita ai genitori della giovane e che quest’ultima e il bidello si erano allontanati con l’autorizzazione dei genitori. Ma per l’accusa, il collaboratore scolastico andò da solo a casa della vittima, chiedendole di fargli compagnia nei campi, e quando la ragazza chiese telefonicamente il permesso alla madre, questa glielo negò. Nella stessa udienza, inoltre, M.B. accusò i genitori della 12enne di maltrattamenti alle figlie, ma la Procura evidenzia che è stata smentita dalle testimonianze delle giovani e dalla consulenza di tre psicologhe.