Ritorna "Castelvetrano da scoprire" e si ricomincia sabato 20 maggio con l'escursione primaverile al Vallone Zangara, luogo di grande interesse naturalistico, proposto come Riserva Naturale da Legambiente nel progetto regionale di costituzione di 30 nuove Riserve. Dopo la visita è prevista una cena a Baglio Vecchio.
Il sito del Castello della Pietra e del canyon “Vallone Zangara” ricade nel territorio del comune di Castelvetrano, in prossimità del fiume Belice; ” riveste un interesse straordinario per l’importante stratigrafia geologica e per la ricchezza del paesaggio naturale (flora e vegetazione, fauna vertebrata, ecc.). Il sito è stato abitato sin dall’antichità in età preistorica, sul pianoro isolato si trovano resti di mura che hanno fortificato questa parte e dato il nome Castello della Pietra all’area e nelle vicinanze sono visibili le tracce di capanne circolari che fanno ritenere possa aver ospitato un villaggio; il vallone di Zangara presenta all’interno una folta macchia mediterranea ed una importante stratigrafia geologica, in alcune zone visibile, che rendono il sito di notevole interesse geologico, naturalistico e archeologico.
Il sito si trova in corrispondenza di un canyon denominato Vallone Landro, attraversato dalle acque dell’omonimo affluente minore del Fiume Belìce, che vi penetra attraverso due piccole cascate, una posta nella parte superiore dell’impluvio stesso, la seconda a delimitare il Vallone Zangara vero e proprio; dal punto di vista morfologico, il canyon si presenta come una valle tortuosa ; questa valle si sviluppa per ca. 650 m e presenta una larghezza compresa tra 25 e 50 m e una profondità massima di ca. 25 m. Le pareti presentano i segni dell’intervento degli agenti atmosferici che le hanno modellate e consentito nel tempo la nidificazione a diversi
rapaci.
E’ particolarmente interessante la fauna vertebrata, con particolare riferimento agli Anfibi (tra cui il discoglosso dipinto), ai Rettili, e all’avifauna sia stanziale che migratoria. La vegetazione della macchia mediterranea, scomparsa quasi ovunque nel territorio circostante, è ampiamente rappresentata; nel vallone è inoltre presente una roverella secolare di circa 400 anni.
L’accesso, facilmente consentito dai proprietari, avviene attraverso un cancello: da qui si scende attraverso un viottolo costeggiato da una lussureggiante vegetazione: si possono osservare carrubi, pioppi, olmi e salici; nelle zone più assolate si possono trovare invece l’alaterno, il cappero, il timo, la ferula ,il mirto e la palma nana. Raggiunto e superato il ruscello nella parte più bassa del vallone e poco dopo averlo superato il sentiero comincia a salire fino ad una biforcazione in corrispondenza di una grossa rientranza della parete sovrastante: a destra, costeggiando la ripida parete rocciosa, si giunge al bell’esemplare di roverella che domina il paesaggio, a sinistra si arriva invece ad una piccola cascata ricca di muschi e di vegetazione.