Dopo lo sgombero dell’ex cementificio “Calcestruzzi Selinunte”, una quarantina di migranti in regola col permesso di soggiorno, come abbiamo scritto, sono stati temporaneamente ospitati nei moduli abitativi dell’ex oleificio “Fontane d’Oro”.
Ma entro il prossimo 11 giugno dovranno trovare autonomamente un altro alloggio.
Il sindaco di Campobello ha infatti emanato un’ordinanza di sgombero da “Fontane d’Oro”, per scongiurare che anche in questo sito, che tra l’altro è un bene confiscato alla mafia, “possano ripetersi i fenomeni di spaccio di stupefacenti e di sfruttamento della prostituzione – si legge nel relativo comunicato stampa - che negli ultimi mesi si erano verificati nell’ex cementificio sgomberato”.
Pare che però lo spaccio di droga si sia già trasferito “nella nuova sede”, dove in tanti hanno notato le stesse attività e gli stessi assuntori che prima andavano dall’altra parte. E’ un’attività al dettaglio difficile da combattere, se pensiamo che nello sgombero dell’ex cementificio alla fine non hanno arrestato nessuno. Tante le persone controllate in commissariato, ma nessun arresto. Hanno trovato la droga, certo, ma non addosso a chi la spacciava, che ha avuto il tempo di liberarsene, anche semplicemente gettandola a terra.
Presso Fontane d’Oro si trovano le unità abitative donate dall’Unhcr per il campo stagionale, gestito dal comune per l’accoglienza dei lavoratori migranti impiegati nella raccolta delle olive. Che però arriveranno tra settembre e ottobre, come ogni anno. I migranti dell’ex cementificio, che sono qui temporaneamente ospitati, quelli in regola col permesso di soggiorno, sono stanziali. Ma non hanno alcun contratto di lavoro. Ed evidentemente non ce l’avevano nemmeno al campo abusivo che, come è emerso, era in realtà soltanto una grande piazza di spaccio e di prostituzione.
“Il fenomeno che ci troviamo a gestire oggi – ha spiegato il sindaco Castiglione – non ha nulla a che vedere con l’attività agricola locale”.
Inoltre, se l’ex cementificio è presidiato giorno e notte dalle forze dell’ordine, per garantire il completamento della bonifica ed impedire il riformarsi degli insediamenti, il sito di “Fontane d’Oro” non ha un presidio fisso, anche se è oggetto di frequenti passaggi e soste prolungate.
La preoccupazione di Castiglione sul rischio che “Fontane d’Oro” possa nel tempo trasformarsi in un “piccolo ex cementificio” fuori controllo, per altro condivisa col prefetto di Trapani, non è dunque una scusa per negare un riparo a degli onesti lavoratori in difficoltà. La realtà ha diverse facce e sembra strettamente connessa con l’ordine pubblico. Soprattutto se ci chiediamo quanti di coloro che sono ospiti temporanei di “Fontane d’Oro”, sono gli stessi che spacciavano crack dall’altra parte.
Egidio Morici