Si è concluso con due condanne il processo contro gli impiegati infedeli del tribunale di Trapani. La pena più severa – quattro anni – per il reato di falso è stata inflitta al cancelliere Antonino Bologna. Un anno, per rivelazione di segreti d'ufficio, invece, all'ausiliare Paolo Sigona.
Bologna che durante il procedimento ha ammesso i fatti contestati dal Pm e reso ampia confessione è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed è stato dichiarato estinto il suo rapporto con la pubblica amministrazione. Interdizione per un anno, invece, per Paolo Sigona.
Imputata anche Rosa Sanna, avvocato, che assieme ad Antonino Bologna era accusata di tentata concussione. Reato, poi, riqualificato in truffa per Sanna e tentata indebita induzione, invece, per Bologna. Per entrambi i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere , in quanto, secondo la riforma Cartabia, si tratta di reati procedibili in presenza di querela,
Al centro dell’indagine la gestione di Bologna degli inventari legati a fallimenti o anche ad eredità e lasciti. Secondo l'accusa , Bologna avrebbe ottenuto e cercato di ottenere somme dai soggetti destinatari delle procedure, convincendoli che si trattava di somme a lui dovute. Richieste di denaro modiche, cento euro. Richieste che poi l'avvocato Sanna avrebbe trasferito ai suoi clienti, aumentato l'importo in mille euro.