Fiamme alte ieri a Castelvetrano. E una colonna altissima di fumo nero. Odore acre, crepitio di erbaccia secca. Le macchine si fermano lungo la strada che costeggia l’A29 Palermo-Mazara, per fermarsi a guardare il fuoco e quel fumo nerissimo che si alza adombrando la zona e che il vento sposta verso sud, rendendolo visibile da diversi punti della città. A poche decine di metri dalla via Antonio Manganelli, bruciano dei vecchi pezzi di tubo in pvc. L’incendio, alle otto e mezzo di sera è nel pieno del suo vigore distruttivo quando arrivano i vigili del fuoco.
Appare subito evidente come i punti di innesco siano diversi, quasi tutti in prossimità di cataste di rifiuti abbandonati. Ad una distanza di un centinaio di metri sta bruciando perfino un albero di ulivo.
E’ una discarica abusiva, dove viene abbandonato di tutto, da materiale edilizio di risulta a vecchie porte, sanitari e tanto altro. Il copione è sempre lo stesso: camion e furgoni scaricano, fin quando non c’è più spazio. Poi qualcuno da fuoco a tutto e si ricomincia. Una pratica che purtroppo non è mai passata di moda a Castelvetrano, patria della Nocellara del belice, l’oliva minacciata dalla diossina.