I traghetti della Caronte & Tourist, che collegano diversi porti siciliani con le isole minori, restano sequestrati, ma sono tornati a viaggiare. Questo grazie alla decisione del Gip di Messina che ha concesso la facoltà d’uso per limitare i disagi ai pendolari e ai residenti delle isole minori. Ma quella dei traghetti è una vicenda molto complessa, che ha origine anni fa, e che certifica come in questi anni appalti milionari siano stati concessi con qualche “distrazione” di troppo. Ed è un’indagine che parte proprio da Trapani.
Prima l’attualità. Nei giorni scorsi sono state sottoposte a fermo sei navi della flotta Caronte & Tourist isole minori che servono le isole Eolie e Ustica e l’isola di Pantelleria.
Un paio di settimane prima, il 6 giugno, tre traghetti e fondi in contanti erano stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo alla compagnia di navigazione Caronte & Tourist Isole minori. I sigilli erano stati apposti a traghetti, ritenuti dalla Procura di Messina non a norma rispetto ai passeggeri con mobilità ridotta.
Gli ulteriori sequestri servono a raggiungere la cifra decisa dal gip di 29 milioni di euro.
In questi giorni il gip ha concesso la facoltà d’uso. Una decisione che la società ha commentato così: “ è una risposta importante ai disagi che già le comunità delle isole minori della Sicilia non avevano mancato di denunciare con la dovuta fermezza, anche attraverso le proprie proiezioni istituzionali.
Ci eravamo d’altra parte già dichiarati disponibili a un’attività siffatta e, dunque, stiamo attendendo le coordinate organizzative e amministrative per assicurare il massimo possibile del servizio, pur nelle condizioni date”. “Naturalmente – conclude la Società - continuiamo a ritenere che le navi poste sotto sequestro fossero alla data della gara e siano ancor più oggi, dopo gli interventi di miglioramento strutturale, perfettamente idonee a un trasporto sicuro e il più possibile confortevole delle persone a mobilità ridotta, come peraltro asseverato dalle Autorità competenti, e quindi siamo fiduciosi nell’accoglimento delle nostre ragioni, come già accaduto per casi analoghi in altre giurisdizioni regionali. Proveremo dunque a farle valere in ogni sede a ciò deputata”.
Esprime preoccupazione, invece, il Partito Democratico di Pantelleria perchè “la situazione rimane sempre molto precaria, quando invece in tema di trasporti, soprattutto nelle isole, occorre garantire sempre la continuità”.
“Deve apparire chiaro che il regime di monopolio nei collegamenti marittimi da e per le isole minori non è assolutamente positivo. Occorre pertanto che si provveda con un nuovo bando di gara per i collegamenti per le isoli minori della Sicilia e, condividiamo quanto già dichiarato dall’ex assessore ai trasporti Maurizio Caldo, che va coinvolto il Ministero competente nell’espletamento di questa nuova gara”.
“Ci saremmo aspettati inoltre che nel Consiglio Comunale convocato per il 27 giugno fosse inserito all’ordine del giorno proprio la trattazione dell’argomento trasporti marittimi viste le ultime vicende, che come detto, non ci lasciano per nulla tranquilli.
Non vorremmo che la questione venisse trattata con timidezza, o addirittura non trattata, da parte dell’Amministrazione comunale per ragioni di opportunità personale” conclude la nota.
Tornando all’indagine. Il sequestro preventivo disposto ai primi di giugno era in pratica il seguito dell'operazione "Alto Mare", che già nel 2020 aveva portato al sequestro di altre tre navi della società messinese.
E qui bisogna fare un salto nel passato. Perchè si tratta di un’indagine che, come abbiamo visto, ha portato al sequestro di navi e all’interruzione di un servizio che è molto importante per chi vive e ha attività nelle isole. Un’inchiesta che accende i riflettori sulle decine di milioni di euro che la Regione Siciliana versa per il trasporto da e per le isole minori.
L’inchiesta che ha portato al nuovo sequestro delle navi della Caronte & Tourist Isole Minori Spa e al blocco preventivo di quasi 29 milioni di euro alla società privata di navigazione nasce da una denuncia. Quella di Francesco Fontana legale rappresentante di un'altra Spa, la Traghetti delle Isole, che aveva partecipato alla gara indetta dalla Regione nell'agosto 2015 per i servizi di trasporto passeggeri e merci con navi ro-ro verso le isole minori. Fontana nell'esposto lamentava irregolarità nell'aggiudicazione del lotto II dell'appalto da oltre 123 milioni di euro "In quanto la nave Pace indicata non aveva i requisiti minimi richiesti dal bando di gara". Quel lotto II aveva a oggetto la tratta Trapani- Isole Egadi per un importo a base d'asta di oltre 15 milioni di euro e venne aggiudicato alla Ngi Spa, oggi sotto la lente giudiziaria del tribunale di Messina.
Secondo il decreto di sequestro per il lotto I, Milazzo- Isole Eolie, le navi Bridge ed Helga indicate per la partecipazione all'appalto avevano visto senza comunicazione anche l'utilizzo della Ulisse e che le navi usate nel lotto I non rispondevano ai requisiti minimi previsti dal capitolato d'appalto. "Non vi è dubbio - si legge nel decreto di sequestro firmato dal gip del tribunale di Messina Maria Militello - che la ristrettezza degli spazi di manovra renderebbe le operazioni di emergenza estremamente difficili e potenzialmente potrebbe ritardare o intralciare l'evacuazione sia delle persone a mobilità ridotta sia degli altri passeggeri mettendone in serio pericolo l'incolumità e non si tratta, pertanto, di adeguamenti che costituiscono un "mero comfort" come definito da Franza Vincenzo nelle spontanee dichiarazioni rese in data 8 febbraio 2022".
Secondo il decreto di sequestro il profitto ingiusto per il lotto I ammonta complessivamente a quasi 20 milioni di euro; oltre nove milioni di euro per il lotto III.
Un’inchiesta lunga e ingarbugliata, che mette allo scoperto tutte le lacune di un sistema di gestione dei collegamenti marittimi per le isole minori, e che danneggia residenti e operatori commerciali.