Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/06/2023 08:01:00

La banda del bancomat e i furti in provincia di Trapani. Due assolti

Stralciata la loro posizione dal gip di Marsala per incompetenza territoriale, come chiesto dai loro difensori, sono stati assolti dal giudice per le indagini preliminari di Trapani Giancarlo Caruso due imputati del procedimento scaturito dall’operazione di polizia “Jammer”, che a fine maggio 2021 consentì di sgominare tre bande, collegate tra loro, specializzate nell’assalto ai bancomat di istituti di credito e uffici postali.

Ad essere assolti, in abbreviato, sono stati il 63enne Giuseppe Di Dio, difeso dall’avvocato Giuseppe De Luca, e il 49enne Pietro Maisano, difeso da Salvatore Galluffo. Entrambi erano accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti bancomat con escavatori e anche allo spaccio di droga. “Intercettazioni ed altri elementi d’indagine – spiega la difesa - non sono stati ritenuti sufficienti a dimostrare la partecipazione all’associazione o il compimento dei reati fine contestati”. Nel marzo 2022, sempre in abbreviato, erano stati invece condannati dal gup di Marsala Annalisa Amato cinque dei 16 imputati del procedimento scaturito dall’operazione “Jammer”.

I cinque imputati sono stati condannati a pene complessive per 18 anni di carcere. La pena più severa (sei anni di carcere) è stata inflitta ad Andrea Tropea, 34 anni, di Acireale. A cinque anni e mezzo, invece, è stato condannato Concetto Mannuccia, di 38, di Catania. Queste le altre pene sentenziate dal gup Amato: due anni e mezzo per Antonino Viglianesi, 43 anni, di Catania, un anno e 8 mesi per Alessandro Valentino Longo, di 43, anche lui della città etnea, e due anni e 4 mesi per Fabrizio Stabile, 30 anni, di Marsala. Tropea e Viglianesi dovranno risarcire Poste italiane con 30 mila euro. Stabile, Tropea e Mannuccia invece la Trapani Servizi con 20 mila. A fine novembre 2021, sempre al Tribunale di Marsala, davanti al gup Riccardo Alcamo, avevano scelto di patteggiare la pena altri quattro imputati: 4 anni di carcere a testa sono stati inflitti ai trapanesi Antonino Anselmo, di 59 anni, e Massimiliano Gaspare Salafia, di 45, mentre 2 anni e mezzo sono stati decisi per il 56enne marsalese Isidoro Salvatore Rallo, in passato arrestato anche in operazioni di mafia, e un anno e mezzo al trapanese Francesco Mancuso, di 33 anni. Accuse a vario titolo contestate: associazione per delinquere, furto, danneggiamento aggravato, simulazione di reato. I bancomat, a Marsala, a Trapani e nel Catanese, venivano scardinati con escavatori rubati poco prima dei “colpi” e poi portati via con tutto il denaro che era dentro. Cinque gli assalti, eseguiti tutti con lo stesso modus operandi. La prima incursione risale al 10 luglio del 2019, quando, a Marsala, fu scardinato uno sportello di Banca Intesa. Poi, il 31 agosto, il “colpo” danni del Credito Valtellinese di contrada Xitta, alle porte di Trapani. Sempre a Marsala altri due colpi: alla Banca Toniolo di contrada Terrenove e alle Poste di contrada Paolini. Il quinto, datato 19 febbraio 2020, al Credito Siciliano di Trecastagni (Ct). Il bottino complessivo è stato di 225 mila euro, di cui 74 mila recuperati nel corso delle indagini, dalle quali è emerso che il gruppo catanese avrebbe agito con procedure di approccio di tipo militare, mettendo a disposizione delle bande di Marsala e Trapani la propria “expertise” nell’esecuzione materiale dell’assalto agli sportelli bancomat. L’operazione “Jammer” è stata condotta dalla Squadra mobile di Trapani.