40mila presenza al giorno. Sempre più affollata, sempre più “cara” - non in termine d'affetto, ovviamente - Favignana ha ormai perso la propria identità di isola "remota".
Ora, in estate, è una città turistica con tutti i suoi pregi e difetti. Invasa, con cadenza quotidiana, da turisti sia italiani, sia stranieri. Fioccano le case-vacanza, i negozi di noleggio di bici e scooter e altre attività connesse al turismo che aprono e chiudono in un batter di ciglia, realizzate magari da “forestieri” di passaggio per spremere la “gallina dalle uova d'oro”: il turista.
Tutto è business. Una birra Moretti, per fare un esempio, comprata in un panificio, costa quattro euro. Una bottiglia anonima di vino arriva a sfiorare i 25 euro. Per entrare al supermercato devi fare una fila incredibile sotto al sole che picchia forte. Per sederti al tavolino del bar devi fare una lunga attesa. per passeggiare in piazza devi fare quasi a gomitate.
Ciò che conta sono i numeri. Le presenze.
Il turismo di massa tiene in ostaggio l'isola. Ciò che conta è fare cassa per la gioia degli operatori economici. Se loro gongolano; i residenti, però, storcono il naso: l'estate per chi vive sull'isola è un incubo. “Hanno svenduto Favignana” è l'opinione di tanti.
E a lanciare un grido di allarme è anche Maria Guccione, memoria storica dell'isola, cultrice delle tradizioni locali, ristoratrice da 40 anni.
“Favignana – dice - chiede aiuto, chiedono aiuto i favignanesi seri che fanno turismo da una vita e vogliono continuare a farlo senza vederne scadere la qualità”. Un appello: “Amministrazione, serve più controllo . I vigili non bastano? Chiamatene altri e dato che il bilancio comunale è sano che si spendano bene i soldi per garantire a tutti la vivibilità”.
Guccione, che ha il polso dell'isola, fa l'attenta analisi di una realtà con la quale convive tutti i giorni: “Devo trovare il modo per evitare di andare in centro, persino per fare la spesa perché quello che viene definito turismo è diventato insopportabile. Si è perso totalmente il concetto di sostenibilità. Il centro storico di Favignana è inguardabile: un continuum di locali grandi ,piccoli , spesso dall'aria anonima,che offrono di tutto senza che sia possibile distinguere il buono dal cattivo, senza una storia, senza una tradizione, tranne pochi e , purtroppo spesso , senza gestione favignanese”.
Guccione prosegue con la sua disamina: “Suolo pubblico per tutti, anche dove non si può, anche per chi non fa somministrazione, in un caos di espositori,tavoli, sedie, sgabelli, pedane, biciclette abbandonate ,senza alcun rispetto per il pedone a cui spesso viene sottratta anche la porzione di marciapiede cui avrebbe diritto. Un centro snaturato, sovraccarico di licenze , con i locali uno dietro l'altro che spesso dopo qualche stagione cedono l'attività. Un'isola totalmente svilita e mercificata dove non esistono più aree pedonali ma solo suoli pubblici concessi per il lucro dei singoli : un susseguirsi di pedane, tendoni, ombrelloni, sedie, tavoli, senza un minimo senso estetico, dove spesso la mattina alle otto stazionano ancora bottiglie e cartacce della sera prima che il titolare non ha avuto il buon gusto di raccogliere, e in tanta bruttura si sminuisce anche il lodevole tentativo di qualche volenteroso che "osa" abbellire il suo locale con graziosi e colorati vasi da fiori”.
C'è poi l'invasione delle bici. “Impazzano – osserva Guccione - abbandonate nei posti più impensabili o posteggiate dai locatari dove non si dovrebbe per ovviare al fatto che hanno più bici di quanto consentirebbero i metri quadrati del magazzino. E mentre qualche forestiero proprietario di casa a Favignana impazzisce alla ricerca di un falegname o di un elettricista...tutti spremono la gallina dalle uova d'oro di un turismo spesso becero e ormai fuori controllo”.
Per Guccione, inoltre, “chi abita in centro prega Dio perché gli regali una sordità temporanea che lo salvi dalla musica di Deejay improvvisati e da una musica assordante spesso in cacofonico contrasto con quella del locale accanto. Ma quale turismo culturale, quale turismo sostenibile, quale rispetto della tradizione e dell'identità”.
Un caos che danneggia soprattutto “gli operatori bravi sia in campo alberghiero che della ristorazione. So bene – sostiene Guccione - che i guai vengono da lontano, dalla mancanza di una programmazione seria e da una mancata visione corretta di turismo, ma a questa Amministrazione chiedo di impegnarsi con forza per il controllo e il rispetto delle regole. Il lassismo non paga. Non si può concedere spazi pubblici sottraendo ai residenti ogni vivibilità. Non si può consentire che un camion o un'ambulanza restino bloccati da tavoli e sedie messi dove non dovrebbero stare. E ci vuole più attenzione alla manipolazione del cibo ,al come e al dove”.
"Cerchiamo sempre di ascoltare tutti - spiega il Sindaco Francesco Forgione - e di fare rispettare le regole, soprattutto per l'occupazione di suolo pubblico e la movida. Siamo di fronte ad un'esplosione di turismo di massa, che riguarda non solo Favignana, ma anche la Sicilia, ed, allargandoci, anche regioni molto organizzate, come la Puglia. Noi abbiamo assunto nove vigili stagionali, con un nucleo di polizia marina, per supportare l'Area Marina Protetta. Favignana è però unica, rispetto alle altre isole. La vicinanza con Marsala e Trapani genera un turismo giornaliero da record. Abbiamo punta di 40mila presenze giornaliere. E neanche la tassa di sbarco molto elevata, cinque euro, pone un freno. Proprio ieri, comunque, abbiamo fatto una riunione con le forze di polizia presenti sull'isola per incentivare i controlli. Circa l'aumento dei prezzi, non c'è dubbio che Favignana rischia molto se diventa un'isola cara. Non è questo il modo di fare selezione".