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26/08/2023 06:00:00

Selinunte. L’intervento “urgente” non arriva, ma il cattivo odore non è per la posidonia

 Il porto di Marinella di Selinunte è ancora intasato. La posidonia è tornata nello specchio d’acqua usato dalla marineria selinuntina, non soltanto nella zona visibile dello scalo di alaggio, ma anche in diversi altri punti in cui la profondità si è sensibilmente ridotta con i relativi problemi di navigabilità dei pescherecci e di altre imbarcazioni.

La cosa singolare è che l’intasamento è presente già dall’inizio del 2023 e che, ad aprile scorso, la Regione Siciliana aveva messo a disposizione 200 mila euro per una bonifica, in condizioni di “somma urgenza”. 

Il termine viene usato per disporre degli interventi in cui i lavori dovrebbero cominciare il più presto possibile, e dunque con affidamento diretto, senza gara d’appalto. Il contesto è quello delle “circostanze dal carattere imprevedibile che non consentono alcun indugio”.

 

Peccato che dal tavolo tecnico regionale dello scorso aprile ad oggi siano passati quattro lunghi mesi e la posidonia è ancora dov’era prima.

La cosa singolare è che ogni “somma urgenza” di questo tipo è sostanziata da ragioni di salute pubblica, perché la posidonia che marcisce al sole renderebbe l’aria malsana.

Ogni volta, ormai da decenni, si fa finta di non capire che la ragione principale del cattivo odore del porto non ha a che fare con le alghe. E che la sua diffusione intermittente non è affatto collegata al tipo di vento che tira.

 

La responsabilità principale del cattivo odore, per altro presente ad ondate anche quando il porto era sgombro di posidonia (grazie alle costose bonifiche che il comune di Castelvetrano, bontà sua, effettuava al posto della Regione Siciliana) sta nelle vasche di raccolta dei reflui fognari, situate sotto l’asfalto, proprio all’ingresso del porticciolo stesso.

Queste raccolgono i reflui della maggior parte della borgata e li spingono attraverso delle elettropompe verso il depuratore. In piena estate però, la portata aumenta a dismisura e non è detto che tutto funzioni regolarmente.

 

La domanda, come si dice, sorge spontanea: dove va a finire il cosiddetto sovrappieno? Esistono, se non delle vere e proprie tubazioni, delle intercapedini che dalla vasca permettono ai reflui di raggiungere l’acqua del porto?

A giudicare dalla colorazione verdognola del relativo specchio d’acqua che ogni tanto si forma, si presuppone di sì. Si tratterebbe infatti del classico effetto di eutrofizzazione, causato dalla presenza dei batteri fecali. Alcuni diranno che non è vero e che anche la posidonia abbandonata lì a marcire “eutrofizza”. Può darsi. Bisognerebbe però spiegare perché il fenomeno si verifica anche dopo le bonifiche. Difficile dare una spiegazione certa. Soprattutto perché negli ultimi anni non succede quasi mai che in piena estate il porto si presenti sgombro di posidonia.

Quindi, l’alibi è sempre disponibile.

 

Intanto, mentre si attende da mesi un intervento da somma urgenza, la vita della borgata non può certo fermarsi. E tra sagre e fuochi di artificio si fa finta di vivere in un posto normale.

 

Egidio Morici