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21/09/2023 06:00:00

Emergenza Amabilina

Traffico in nero di case popolari, spaccio di droga alla luce del sole, degrado, baby gang in azione.

Non è un perioodo facile per Amabilina, il più periferico dei quartieri popolari di Marsala. Le tante persone per bene che vivono nella zona si sentono sole e sono diverse le segnalazioni che giungono alla redazione di Tp24.

Si inizia, purtroppo, dalla criminalità. "Riina vive" è scritto nel muro di un palazzo. Il riferimento è a Totò Riina, il boss, capo di Cosa nostra, deceduto qualche anno fa, e che per qualcuno, evidentemente, rappresenta un modello.


 Su TikTok sono tanti i video di giovani  della zona, con atteggiamenti da" boss", che esaltano il codice e i "messaggi" della mafia. Tra questi giovani c'è chi fa entra ed esci dal carcere(con tanto di fuochi d'artificio ...) e chi  ha creato una vera e propria organizzazione, che controlla il territorio, orbitando intorno al campo di calcetto (da chi è gestito? perché Comune e Iacp non intervengono?) e dedicandosi allo spaccio di droga.

Il traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto crack, è fiorente. All'imbrunire sono tanti i marsalesi della città "bene" che arrivano ad Amabilina per rifornirsi di droga. Un sistema abusivo di videosorveglianza, con telecamere in tutti i palazzi, su alcuni balconi e sui tetti, controlla in pratica ogni auto che entra ed esce dal quartiere. 

Di contro, c'è una piccola comunità molto coesa, vivace, che vorrebbe una maggiore presenza dello Stato non tanto e non solo per il tema della sicurezza, ma per migliorare la vivibilità del quartiere, curarne il decoro e la bellezza. 

 Un'estate  fa, una brillante operazione della Procura di Marsala scoprì arsenali di armi e droga nascosti nei box auto, negli incavi degli ascensori, negli androni delle palazzine.

 

Ma la repressione non è sufficiente senza un intervento politico di bonifica del quartiere, che cominci soprattutto dalla cura del verde pubblico, e dalla creazione di spazi comuni. Ad Amabilina non c'è una fermata del bus degna di questo nome, non c'è un servizio di segratariato sociale o un centro sociale, l'unica attività per i giovani la fa la parrocchia di San Giovanni Maria Vianney, ma è poca cosa.

Gli abitanti hanno tante proposte: creare nei locali inutilizzati dello Iaco un centro sociale, magari una biblioteca all'aperto, curare le pinete, realizzare dei parchi giochi Ci sono inoltre molti spazi verdi che possono essere dati in cura agli abitanti per realizzare degli orti sociali o altri spazi condivisi. Non è una questione di risorse, ma di buona volontà. 

  Il Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, in campagna elettorale aveva promesso mari e monti. Ma, come tutti i suoi predecessori, ha fatto incetta di voti, ed è sparito. Solo qua e là qualche sporadica pulizia straordinaria, ma il quartiere rimane pieno di rifiuti. La sera l'aria si fa irrespirabile. I rifiuti, versati nei pozzi o nelle cave vicino il quartiere, vengono infatti bruciati, liberando diossina, un veleno per i polmoni.  Le dichiarazioni del Sindaco, nel tempo, sanno di beffa. A Marzo 2021 va ad Amabilina (ogni volta pare che fanno un viaggio in un Paese oltre frontiera ...) per distribuire le mascherine donate al Comune dalla Corea del Sud e promettere maggiori controlli, soprattutto la notte. Non si è visto nulla. Stessa cosa per l'isola ecologica mobile per i rifiuti, annunciata e poi sparita. 

Il progetto di social housing, che sta nascendo al posto della scuola del quartiere, più che riqualificare la zona sembra evidenziarne ancora di più, per contrasto, le contraddizioni. Proprio ieri abbiamo pubblicato un aggiornamento sulla vicenda. E' costato milioni di euro di fondi del Pnrr. Soldi che l'Istituto Autonomo Case Popolari non impiega, invece, per il mantenimento del decoro del quartiere, per riqualificare gli appartamenti. Non c'è poi una seria politica di contrasto al fenomeno dell'occupazione abusiva delle case. La compravendita in nero degli appartamenti, ad Amabilina come altrove, ormai è una cosa tollerata, che ogni tanto diventa un fatto di cronaca (ce ne siamo occupati diverse volte su Tp24), ma con un continuo rimpallo di responsabilità tra Comune, Iacp e forze dell'ordine.