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24/09/2023 06:00:00

  La minaccia di una nuova sanatoria nella Sicilia del mattone abusivo

Nella Sicilia del mattone selvaggio una doppia minaccia aleggia su un territorio già deturpato dall’abusivismo edilizio.


Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini in queste ore ha tirato fuori un grande classico dei dibattiti che precedono la legge di Bilancio, quello del condono edilizio che porta risorse ai conti pubblici.
Una ipotesi che provoca la reazione negativa di tutte le opposizioni, che parlano di proposta "criminogena" perché incentiverebbe a compiere ulteriori abusi.

Ma prima ancora di Salvini nella caldissima estate siciliana un politico dell’isola spinge con forza sull’ennesima sanatoria per le case costruite sulla costa.

Un condono che si nasconde nel disegno di legge “Disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia” in discussione in commissione Ambiente, territorio e mobilità dal 13 giugno.

A infilare il condono, con un emendamento presentato l’11 luglio, è stato il capogruppo del partito di Giorgia Meloni, Giorgio Assenza.
L’emendamento dell’esponente di Fratelli d’Italia prevede la sanatoria degli abusi edilizi commessi tra il 1978 e il 1985 entro i 150 metri dalla costa. La legge riguarderebbe 200 mila edifici. La norma è stata “congelata” nel frattempo, in mezzo alle proteste dell’opposizione. Ma Assenza torna alla carica

E così il 13 settembre viene approvata in commissione una norma che consentirà di abbattere e ricostruire gli immobili aumentandone del 30% la cubatura e un’altra che permetterà a chi ha una casa in attesa di condono di realizzare opere al suo interno, regolarmente autorizzate dai Comuni. Si chiama tecnicamente sanatoria giurisprudenziale, che non cassa gli effetti penali dell’abuso.
Ci aveva già tentato il governo Musumeci, con la riforma approvata nel 2020. Allora la norma passò, nonostante l’opposizione del M5s. Puntualmente arrivò l’impugnativa del Consiglio dei ministri e la bocciatura della Corte costituzionale.

Dopo il voto della commissione, sarà l’aula dell’Assemblea regionale siciliana a discutere il nuovo condono.

E’ una battaglia alla quale assenza non vuole rinunciare. “È la terza volta che presento questa norma. Adesso ci ritento perché stiamo parlando di una ingiustizia che riguarda una precisa tipologia di immobili, finiti in un groviglio di norme e sentenze che nel tempo hanno creato questa anomalia tutta siciliana”.

Salvini da Roma, Assenza da Palermo, tentano di stringere a tenaglia sul condono edilizio. La Sicilia è una delle regioni con il più alto numero di costruzioni abusive sulla costa, e tra quelle con il più importante dissesto idrogeologico, causato spesso dall’eccessiva cementificazione.
E’ anche tra le regioni più indietro nelle demolizioni degli immobili abusivi.
In Sicilia dal 2004 (anno dell’ultimo condono edilizio) al 2020 sono stati abbattuti solo il 20% degli edifici abusivi in rapporto alle ordinanze di demolizioni emesse.

Davanti a questi tentativi insorgono gli ambientalisti. Ha le idee chiare il WWF con il responsabile siciliano, Pietro Ciulla, che boccia ogni tentativo di condono. Anzi: “le demolizioni servono per tutelare l’ambiente”. Perchè, come hanno spiegato in più modi, il consumo di territorio è un danno per la tenuta idrogeologica e contribuisce agli effetti devastanti del cambiamento climatico.