Prendersi cura dei migranti, a 360 gradi. È l’intento dell’Asp Trapani che ha lanciato il progetto “Icare 2”, con l’obiettivo di migliorare l’integrazione e la migrazione legale, favorendo, al tempo stesso, la governance dei servizi. Un progetto voluto dal ministero dell’Interno e che è stato sposato solo da 4 regioni (Sicilia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio) e nell’Isola, da 4 Asp: Messina, Catania, Ragusa e Trapani.
L’iniziativa è stata presentata al Palazzo del Governo, alla presenza del prefetto Filippina Cocuzza, del questore Salvatore La Rocca e del commissario straordinario dell’Asp Vincenzo Spera, oltre che di Antonio Sparaco, direttore dell’Unità Centro Salute Globale dell’Azienda Sanitaria.
Il progressivo aumento del flusso migratorio degli ultimi anni nella provincia di Trapani ha portato la Provincia e la Regione ad attivare numerosi progetti focalizzati, in particolar modo, sulla fase emergenziale sanitaria e sociosanitaria che si innesca immediatamente dopo lo sbarco, mettendo in campo le dovute azioni in emergenza e rispondendo, così, alle necessità del momento e dei giorni immediatamente successivi agli arrivi. In questo contesto, l’Asp, con l’adesione al progetto europeo Icare 2, vuole agire sulla situazione emergenziale che si delinea proprio nella seconda fase della accoglienza, nelle diverse località di destinazione dei Titolari o Richiedenti Protezione Internazionale.
“Abbiamo promosso questo progetto, un vero percorso formativo per gli attori della migrazione, per dare dignità a chi arriva con i barconi sulle sponde del Mediterraneo, assicurando professionalità oltre l’umanità – sono le parole di Vincenzo Spera -. Lo facciamo in maniera coordinata con le forze dell’ordine, tanto che è presente anche il prefetto, che poi coordina tutti. Noi, dal punto di vista sanitario e psicologico siamo presenti, e lo facciamo con questo progetto che ci dà la possibilità di intervenire in sinergia con altri settori. Noi siamo pronti, ponendoci in prima fila, prendendo in carico i migranti anche per quanto riguarda gli aspetti psicologici. Siamo preparati e lo facciamo grazie ai professionisti operanti nelle unità operative complesse dedicate esclusivamente a questi servizi, tutti in grado di adattarsi, in modo flessibile, alle esigenze. A volte, per raggiungere questi obiettivi, ci sostituiamo anche alle unità sanitarie marittime aeroportuali le quali, per mancanza di medici, non possono essere presenti. Noi, quindi, avochiamo queste attività e la portiamo avanti con tutte le nostre professionalità, provando ad intercettare questi pazienti già al momento dello sbarco ed avviando le dovute verifiche”. La macchina amministrativa è complessa, ma l’Asp mette a disposizione il proprio personale, guidato dalla referente Maria Pia Angelo. “Una macchina amministrativa – conclude il commissario Spera – che è certamente ben rodata”.
La fase finale del progetto europeo ICare 2, prevede un confronto di approcci ed esperienze di tutte le realtà che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, attraverso una rilevazione statistica.