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24/11/2023 06:00:00

  Fuga dall’isola. Ci sono sempre più siciliani sparsi per il mondo. I dati


Più grande di Palermo, quasi quanto Torino. E’ una grande città spalmata, sparsa per il mondo. E’ quella composta dai siciliani all’estero. Una città metropolitana fatta di espatriati degli ultimi anni e residenti decennali. Sono 815 mila i siciliani residenti all’estero, secondo i registri dell’Aire. E’ un dato che emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo 2023 della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana, che rivela che la presenza degli italiani all’estero è in costante crescita, con numeri significativi provenienti dalla Sicilia.

Il dato siciliano rappresenta il 13,7% del totale degli italiani residenti all’estero (sono circa 5,9 milioni). La Sicilia è terza, dopo Lombardia e Veneto, per incidenza sul numero di abitanti nella regione degli espatriati (l’8,9%). E’ terza, però, anche per i rimpatri, dopo Lombardia e Lazio (9% sul totale nazionale ). È interessante notare come stia proseguendo l’aumento relativo della quota dei rientri nelle regioni meridionali, a scapito di quelle del Nord. Al Sud, seppure con una certa variabilità, la regione che negli ultimi tre anni ha catturato la quota maggiore dei rientri è stata la Campania, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia appaiate.


Il numero più alto di iscritti all’Aire in Sicilia non viene dalle due province più popolose, cioè Palermo e Catania, rispettivamente a quota 135 mila iscritti, ma da Agrigento:
sono 160.068, 1.300 in più dei 159.733 di un anno fa. Un dato in controtendenza con quello nazionale, dove nel corso del 2022 il numero di italiani “espatriati” è calato del 2,1 2,1 per cento rispetto all’anno precedente. Ma all’interno dell’isola ci sono città che rappresentano dei preoccupanti primati, segnali di un’emorragia continua dai paesi più dimenticati della Sicilia. Una rapida carrellata. Riesi, Barrafranca, Ravanusa, Palma di Montechiaro, Leonforte, Licata, Grammichele sono le città siciliane che più di tutte vivono lo spopolamento. Sono quei comuni che vantano il primato dei centri, tra i 100 mila e i 10 mila abitanti, con maggiore incidenza per cittadini iscritti all’Aire. Al primo posto c’è il centro del Nisseno – Riesi, appunto – con i suoi 10 mila 532 residenti e 7577 oriundi. Si tratta del 71,9 per cento. L’elenco dei tristi otto è chiuso da Grammichele, in provincia di Catania, con il 39.8. Tra i comuni con più di 100 mila abitanti, invece, Catania e Siracusa sono le prime delle isolane e ottave in Italia con un’incidenza del 7,8 per cento (298 mila residenti e 23 mila 400 iscritti all’Aire per il capoluogo etneo, 116 mila e 9 mila per quello aretuseo).

 

 

 


Il Rapporto curato dall’organismo della Conferenza episcopale fotografa il Paese di chi va in altre nazioni, mentre migliaia di migranti in arrivo dall'Africa cercano qui rifugio. La Sicilia, che detiene ben ventotto posizioni su cinquanta nella lista dominata da Riesi, occupa “solo” la terza posizione nel podio delle regioni.  Con un’avvertenza, però: “Dei quasi 16 mila lombardi o dei circa 10 mila veneti – scrivono gli autori della ricerca – molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e, poi, dal Settentrione all’oltreconfine”.

 


Le comunità italiane sono più presenti soprattutto in Argentina, Germania e Svizzera.
Il rapporto spiega molto bene, come sempre, i motivi della mobilità che non è più sfuggire da situazioni di fragilità economica e occupazionale.
“La mobilità è desiderio di rivalsa e crescita. Questo bisogno lo si trova tanto nelle aree metropolitane medio-grandi quanto nelle città medio-piccole. Essa accompagna chi vive nelle aree depresse e chi risiede in zone ricche del nostro Paese, quei territori apparentemente privi di problemi ma che, nell’epoca della mobilità e della fluidità dell’identità, diventano per alcuni troppo stretti al punto da spingere a cercare, comunque, spazi vitali più ampi.