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25/11/2023 06:00:00

Ecco perchè i salinari vogliono "diventare" agricoltori

Equiparare la raccolta del sale marino all’agricoltura. E’ quello che chiedono i produttori che, con la regia di Confagricoltura, si sono uniti in una rete che punta a dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilata all’attività agricola, e pertanto necessita di una normativa mirata. Un progetto partito dalla provincia di Trapani, dalle saline che dal capoluogo arrivano fino a Marsala, nella quale si è detto esplicitamente che il “salinaro” è come l’agricoltore. La sua attività rientra nel novero di quelle agricole, e non in quella delle miniere come prevede la normativa al momento.

Perchè la salicoltura come l'agricoltura? Perchè è un'attività di carattere stagionale, che richiede una attività preparatoria, c'è una forte identificazione territoriale, i terreni di salicoltura sono classati come terreni agricoli. Le imprese di salicoltura sono soggette a una tassazione maggiore, rientrando nelle miniere, e quindi non beneficiano delle agevolazioni previste per il mondo dell'agricoltura.
E poi c'è un aspetto in più, quello del turismo, Così come il comparto agricolo si è esteso, appunto, nell'agriturismo, soprattutto in provincia di Trapani le saline producono ma generano anche indotto turistico.
Qui le interviste.

 

 


Dal 2019 la Francia ha inserito la “saliculture” nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima. In Sicilia, poi, il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa già rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali.

 

 
La prima tappa del progetto è stata articolata in una giornata di visite guidate alle saline Sosalt nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, con mille ettari in produzione e tutte le fasi di trasformazione e impacchettamento del sale; a Isola Longa, emblema della biodiversità nella Riserva dello Stagnone, alla salina Culcasi con il Museo del Sale, e a Ettore e Infersa, che ha ospitato il convegno con enti e istituzioni.

Dopo i saluti del presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona e delle autorità locali, hanno illustrato l’iniziativa il capo progetto Ciro Zeno; il presidente e AD di Sosalt SpA, Giacomo D’Alì Staiti e l’amministratore delegato della Salina Isola Longa, Piero Galli. L’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Luca Sammartino, ha evidenziato in un videomessaggio l’importanza del progetto e la necessità di valorizzare il comparto della salicoltura marina, che in Sicilia rappresenta uno pezzo di rilievo dell’economia locale. Dario Cartabellotta, dirigente generale della Regione, ha confermato la piena condivisione degli obiettivi del coordinamento.
Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza. “Confagricoltura – ha affermato il vicepresidente Gambuzza – detiene la massima rappresentanza nelle attività di coltivazione del suolo e dell’acqua, come l’acquacoltura, e tra queste non può che accogliere la salicoltura marina. Ecco perché abbiamo deciso di essere protagonisti di questa iniziativa, che darebbe un riconoscimento concreto a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema, producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale e anche economico”.