"Altro che gestione distratta e maldestra, la Mestra è una società sana, presente sul mercato, che crea ricchezza e posti di lavoro". L'avvocato Ernesto Forte, amministratore giudiziario di Mestra srl, la società confiscata alla famiglia Loretta, a Mazara del Vallo, respinge le dichiarazioni dell'ex dipendente dell'azienda Silvia Passalacqua, che si è rivolta alla redazione di Tp24 per raccontare il suo disagio e criticare aspramente la gestione successiva al sequestro.
"Ho portato avanti con diligenza in questi otto anni il mio compito - dice l'avvocato Forte - nell'interesse esclusvio dell'azienda e sul solco della legalità". Per Forte molte informazioni su Mestra sono false, frutto anche di un clima avvelenato (dopo i recenti fatti di cronaca) sulle amministrazioni giudiziarie.
Secondo i dati forniti da Forte, Mestra ha circa 100mila euro l'anno di fatturato, e dà lavoro a quattro dipendenti. La società lavora nel ramo dei rifiuti, in particolare nella gestione di una cava per gli inerti non pericolosi.
"Non posso tacere di fronte a queste accuse ingiuste, perchè io ho fatto di tutto per l'azienda per farla ritornare nel solco della legalità. Abbiamo subito in questi anni - racconta Forte- furti e raid vandalici, tutti denunciati e documentati, ma siamo andati avanti, lavorando con il nostro capitale, senza debiti e scoperture bancarie, e rispettando perfettamente le indicazioni della normativa antimafia, continuando a garantire il livello occupazionale, e bonificando una serie di situazioni che ne hanno rallentato il cammino imprenditoriale.
Fatto sta che un'ex dipendente si è rivolta alla redazione di Tp24 per lamentare il fatto che anche la sentenza (non appellata) del giudice del lavoro, che le riconosce crediti per circa 15mila euro, è disattesa dall'azienda. Come mai? "E' la normativa del codice antimafia che ci permette di non pagare nell'immediato crediti antecedenti l'amministrazione giudiziaria. Al termine della gestione dell'amministrazione giudiziaria, si fa un'udienza di verifica dei crediti, su cui decide il tribunale in composizione collegiale". L'udienza non è stata ancora fissata. "Ci sono casi in cui alcuni crediti non vengono riconosciuti, perchè non viene riscontrata la buona fede. La signora Silvia Passalacqua poteva tranquillamente aspettare l'udienza. Avere adito al Tribunale di Marsala non le è stato da aiuto ad avere chissà quale preferenza, perchè comunuque il credito nei confronti dell'amministrazione giudiziaria non può essere messo in esecuzione. Se abbiamo delle responsabilità, verranno stigmatizzate nel rendiconto di gestione". Per Forte, Passalacqua "ha voluto calcare i fatti di cronaca per attaccare l'amministrazione giudiziaria, con argomenti falsi e capziosi".
Forte ribadisce il concetto: "Terminata l'amministrazione giudiziaria, e dunque arrivata la confisca, c'è un procedimento di verifica dei crediti che non compete a me. La signora Passalacqua deve aspettare, non è una decisione contro di lei, ma il rispetto di procedure fissate dalle legge sul riconoscimento dei crediti e il rendiconto della gestione. E' una situazione in divenire. Noi possiamo rispondere della nostra attività, non di quelle collaterali".
Forte, inoltre, tiene a ribadire che non è vero che lui ha portato consulenti esterni all'azienda, e che lui stesso dal 2021 non percepisce indennità. E torna sul punto:"Per accertare il credito bisogna passare da una fase di accertamento che non si è ancora completata". Ma perchè questo non è stato comunicato alla signora Passalacqua? "E' stata lei a decidere di interrompere il rapporto di lavoro. Quando saremo ritenuti responsabili del pagamento, onoreremo i nostri debiti".