Lavori in urgenza, per 65 mila euro, alla caserma dei carabinieri di Borgo Annunziata. L’intervento si rende necessario a causa delle pessime condizioni in cui versa la struttura, aggravate dalle ultime piogge, a tal punto che i lavori si rendono necessari per “minimizzare i rischi connessi alle infiltrazioni delle acque piovane negli scantinati e nelle camere di fondazione”.
Problema, peraltro, aggravato “dalla difficoltà di smaltimento delle acque, a causa della mancanza di pompe di sollevamento nelle fondazioni, compreso le deformazioni e cedimenti dei viali perimetrali, che costituiscono pericolo per l’incolumità pubblica, nonché inquinamento e nocumento igienico – sanitario”.
E ancora, ma non certo per ultimo considerato che la caserma sorge in via Mascagni, in un quartiere dove non è difficile imbattersi in problemi sociali, per “preservare la struttura dell’immobile della stazione dei carabinieri, al fine di scongiurare la chiusura di un importantissimo presidio dello Stato in un quartiere popolare che ha la necessità di una forte presenza costante delle forze dell’ordine”.
Nello specifico, è previsto il ripristino del sottofondo della pavimentazione stradale e pedonale, il rifacimento della pavimentazione stradale e pedonale, la demolizione e il ripristino delle parti degradate delle strutture in cemento armato, opere di demolizione e ripristino per la messa in sicurezza all’interno degli alloggi e la realizzazione di un impianto per il sollevamento delle acque ristagnanti nelle camere di fondazione.
La struttura che ospita la caserma dei carabinieri già da tempo presentava segni evidenti di degrado. Soprattutto per via delle infiltrazioni di pioggia che avevano raggiunto i locali scantinati e le camere di fondazione creando, in alcuni punti, umidità di risalita e deterioramento delle pareti con, un indebolimento della struttura portante. Poi, le piogge del mese di novembre hanno portato ad un peggioramento, con la creazione di “piscine di acqua nelle camere delle fondazioni dove, tra l’altro, manca un impianto di
smaltimento, mediante pompe sommerse di sollevamento che possa garantire il deflusso delle acque verso l’esterno”.
Anna Restivo