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22/01/2024 17:00:00

Usura, la Sicilia fanalino di coda per risarcimenti alle vittime

La Sicilia è il fanalino di coda per i fondi destinati alle vittime di usura. Con una lettera inviata al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, agli assessori Regionali alle Attività produttive e all’Economia, Edmondo Tamajo e Marco Falcone, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, e ai prefetti, Confimprese Sicilia ha segnalato “l’iniqua ripartizione” dei Fondi Antiusura.

Il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia Giovanni Felice, afferma che in relazione al ripartizione delle risorse del Fondo antiusura gestito dal Mef: “Il Veneto nel 2022 ha ricevuto stanziamenti per 2 milioni e 867mila euro, pari al 19 per cento dell’intera dotazione e residui per 1 milioni e 527 mila euro di residui pari al 18 per cento dell’intera cifra residuale degli anni precedenti e quindi nel 2022 ha avuto una disponibilità pari a 4 milioni 385 mila euro da utilizzare per l’anno 2022, 10 volte maggiore di quella della Sicilia” che è stata di 467 mila euro.

Quali sono i motivi di questo gap? “La prima risposta a questa situazione potrebbe essere la vivacità economica maggiore del Veneto rispetto alla Sicilia – prosegue Felice – ma nella stessa situazione del Veneto si trova ad esempio l’Abruzzo che, con tutto il rispetto, non presenta né la stessa pericolosità ambientale né tantomeno una maggiore presenza produttiva. La causa principale di tale “malfunzionamento” sarebbe determinata dalle modalità di erogazione in quanto avviene attraverso i Consorzi di garanzia fidi che in Sicilia sono 2/3 e gestiscono il Fondo Antiusura (ed in qualche anno sono solo uno), mentre in Veneto sono nove ed in Abruzzo 10”.

Per Confimprese Sicilia deve aprirsi un tavolo con i Consorzi di garanzia “per capire le ragioni della loro assenza nel campo dell’antiusura”, e avviare nei loro confronti una azione di moral suasion, “visto che molto spesso la Regione interviene a sostegno di questo importante strumento per lo sviluppo del territorio, ed inoltre trovare strumenti e risorse aggiuntive magari con l’istituzione di un fondo di rotazione”.