In occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione l’UNICEF Italia ha denunciato che oltre 600 milioni di bambini in tutto il mondo non riescono a raggiungere i livelli minimi di competenza in lettura e matematica,anche se due terzi di loro frequentano la scuola.
Per i bambini che non vanno a scuola, le competenze fondamentali in lettura e matematica sono ancora più lontane.
L’istruzione inoltre è fondamentale per i bambini che vivono nelle emergenze perché contribuisce a restituire loro un senso di normalità e a superare i traumi.
In particolare, l’UNICEF ricorda che:
- Nella Striscia di Gaza nessuno dei 625.000 studenti di Gaza ha avuto accesso sicuro all’istruzione dal 7 ottobre scorso.
- Oltre 370 scuole, ovvero il 75% di tutti gli edifici scolastici, a Gaza sono state danneggiate o distrutte con conseguenze insanabili per 432.571 studenti (52% ragazze) e 16.209 insegnanti.
- Circa il 90% degli edifici scolastici sono stati utilizzati come rifugi per sfollati interni e/o hanno subito danni, la cui gravità varia da lieve (128 scuole), moderata (110 scuole), grave (96 scuole) e distrutta (8 scuole).
In Ucraina, la guerra ha avuto altrettante gravi conseguenze sul sistema dell’istruzione con 3.798 strutture scolastiche danneggiate e 365 distrutte.
È stato stimato che l’istruzione di 5,3 milioni di bambini è stata interrotta.
I risultati del Programme for International Student Assessment 2022 mostrano un divario significativo nelle competenze in matematica e lettura rispetto ai Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Nonostante una diminuzione dell'apprendimento online e misto nel 2023, persistono problemi di sicurezza, tanto che un quarto dei bambini impara solo online.
In Sudan SUDAN, l’escalation del conflitto, la crisi dell’istruzione si e’ aggravata sempre di piu’. 19 milioni di bambini non sono ancora in grado di tornare a scuola.
Nelle regioni in cui il conflitto è attivo, 5 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola.
A causa della guerra, 2 milioni di bambini in età scolare, di cui il 51% sono ragazze, sono sfollati interni, e 500.000 bambini in età scolare hanno superato i confini internazionali. Le scuole dove i bambini giocano, apprendono e crescono restano chiuse.
L’UNICEF chiede un’immediata riapertura delle scuole, laddove sia possibile farlo in sicurezza. Finora. Tra i 18 stati, il primo a riaprire ufficialmente la maggior parte delle scuole grazie al supporto dell’UNICEF e’ stato il River Nile. Il tutto con il lavoro silenzioso di Mimma Gaglio, presidente provinciale dell’Unicef e con il supporto della generosità anonima di tanta gente operosa, che aborre certa mentalità che dello “scrocco” ne fa un modello di vita.
Franco Ciro Lo Re